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Per fare “Quel maledetto film su Virzì” ci hanno messo dieci anni. Ne è valsa la pena? Ecco il documentario alla Festa del Cinema di Roma e su Now (Sky Documentaries)

  • di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

24 ottobre 2023

Per fare “Quel maledetto film su Virzì” ci hanno messo dieci anni. Ne è valsa la pena? Ecco il documentario alla Festa del Cinema di Roma e su Now (Sky Documentaries)
Presentato alla Festa del Cinema di Roma, “Quel maledetto film su Virzì” di Stefano Petti in streaming solo su NOW è molto più di un documentario sul regista livornese. È l’Odissea di tre documentaristi disfunzionali Stefano Petti, Gabriele Acerbo, Alessio Accardo che in più di dieci anni hanno cercato testimonianze e fatto interviste ai grandi protagonisti del cinema di Virzì (da Valerio Mastandrea a Micaela Ramazzotti) per fare un omaggio a un autore che continua a fare il grande cinema italiano. L'abbiamo visto in anteprima per voi...

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

Quel maledetto film su Virzì è il film definitivo su Paolo Virzì presentato alla Festa del Cinema di Roma. È la storia di tre fan impazziti che per una buona parte delle loro vite si sono scontrati alla ricerca di maggiori informazioni sul regista livornese. Paolo com’era da piccolo? Di cosa parlerà il suo ultimo film? Avrà mangiato a cena? Esilarante, sfrontato, Quel maledetto film su Virzì è un documentario vivo su un personaggio altrettanto vitale, che quando entra in un set divora lo spazio e pure gli attori. Paolo Virzì è energia pura. Fare un documentario su una persona viva (e pure giovane) incuriosisce il pubblico abituato a vedere sul grande e piccolo schermo dei tributi a personaggi che hanno già da tempo tirato le cuoia, forse perché ci siamo dimenticati di quanto sia bello ringraziare qualcuno per il lavoro che continua a fare. I fan del cinema di Paolo Virzì sono esattamente come i protagonisti di questo documentario, Stefano Petti, Gabriele Acerbo, Alessio Accardo, tre matti da legare che lo idolatrano e non hanno paura di gridarlo al mondo. Tra gli intervistati, più o meno volontariamente (in ordine di apparizione): Micaela Ramazzotti, Bobo Rondelli, Valerio Mastandrea, Carlo Virzì, Francesca Archibugi, Corrado Fortuna, Matilde Gioli, Massimo Ghini e Mario Sesti. Ma come hanno fatto a rendere omaggio a un autore, peraltro vivo e vegeto, nella maniera migliore possibile? Inseguendolo.

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Stefano Petti, Gabriele Acerbo, Alessio Accardo in Quel maledetto film su Virzì

Ammettiamolo ognuno di noi è vittima del fan system e ha una sua crush, e se avessimo avuto anche noi l’opportunità di fare un film sul nostro idolo ci saremo comportati esattamente come i tre protagonisti di questa storia. Quando l’Italia usciva dal lockdown nell’estate del 2020 i tre autori si sono chiusi in una sala montaggio per cercare una conclusione al “maledetto film” che stavano girando sul regista. Così travagliata è stata la sfida e così complesso sancirne la fine, che a confronto il ritorno ad Itaca di Ulisse è stato più semplice. Perché nessun film “normale” viene girato per dieci anni. In una sequenza surreale del documentario Pierfrancesco Favino, sfinito dalle continue continue domande dei tre, esclama: “Sono dieci anni che mi 'perseguitate'! Basta!”. Tra i tanti personaggi che affollano questo film alcuni, purtroppo, sono scomparsi: Franca, l’adorata mamma di Virzì, il romanziere Raffaele La Capria, il portuale e teatrante Alberto Forti, il regista Giuliano Montaldo.

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Il regista Paolo Virzì

Gli ideatori di questa commedia documentaria sono riusciti a spostare la telecamera a favore dei tre sceneggiatori e a ritrarre le loro vite "vampirizzate" dai film del Maestro. Che effetto ha il cinema sulle nostre vite? Ce l’hanno fatto vedere gli ideatori di Quel maledetto film su Virzì, perché questo non è un documentario solo su Virzì ma anche sull'effetto che fa la sua arte sulle persone. I film penetrano le nostre esistenze e inevitabilmente le cambiano, aggiungendo ai nostri occhi delle lenti nuove, graduate, che sono i punti di vista degli altri.

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