Abbiamo visto alla Festa del Cinema di Roma l'anteprima di Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek. Un film che nasce da un incontro che il regista ha avuto a fine anni Settanta con una persona che poi non ha più ritrovato. Non vivere pienamente un amore è quello che è successo a Enea e Pietro (Damiano Gavino, Andrea Di Luigi) i protagonisti di questo film, due ragazzi che si sono conosciuti in un cinema, il Nuovo Olimpo appunto, e amati per tre giorni. Poi, come in un sogno durato 72 ore si sono persi e riacchiappati solo dopo trent'anni. A tutti quelli che diranno “Ecco qua, Nuovo Olimpo, mi pare già di conoscere la trama, l’ennesima storia gay di Özpetek” si potrebbe fare una domanda. Ma da quando in qua le storie d’amore danno fastidio? Molti opinionisti travestiti da critici non hanno capito che i film con una narrazione Lgbtqia+ non sono film di genere. Una risposta simile l’aveva già data tempo fa un grande regista, Xavier Dolan, condannato per i suoi lavori sempre troppo “arcobaleno”. Nuovo Olimpo darà fastidio a tanti spettatori anche perchè è prima di tutto un film intimista e sessualmente esplicito. Due maschi che fanno sesso spalmandosi la marmellata addosso mentre fuori c'è Roma, il post Sessantotto, e i cinema a luci rosse, non si vedono molto spesso. Figuriamoci nel cinema nazionale. Nelle scene più focose, tutto è mostrato e niente si nasconde. Manco il pene. E possiamo star sicuri che dall'1 novembre, quando questo film uscirà su una piattaforma come Netflix, non mancheranno le polemiche. Incredibile, per una volta abbiamo degli uomini tutti nudi come mamma li ha fatti. Com'è che quando sono le donne a mostrarsi senza veli, nessuno si lamenta? Özpetek ha fatto bene a fare questo film in italia, ora però portiamolo in Turchia, dove c'è ancora più lavoro da fare in tema di diritti....
Nei film di Ferzan Özpetek c'è spesso spazio per parlare della sua terra, la Turchia. Un Paese dove le persone omosessuali fino a qualche tempo fa potevano beatamente farsi gli affari loro soltanto nei bagni turchi (hammams). Guarda caso l'opera prima di Özpetek, Bagno Turco parla proprio di questo, di Francesco, un giovanissimo Alessandro Gassman, che scopre la sua omosessualità in questi spazi. Ferzan Özpetek che ha fatto conoscere all'Italia l'Hamam, ossia quello che ha definito nel film esordio, l'amore per tutte le cose, è ora che torni un po' a giocare in patria, facendo vedere agli spettatori turchi un film come Nuovo Olimpo. Il Paese che è, paradossalmente, uno dei più tolleranti in materia di diritti Lgbtqia+ in Medio Oriente, negli ultimi anni si è macchiato di numerosi omicidi di tipo omotransfobico. Se da un lato si pensava, nel 2008 che si potesse tirare un sospiro di sollievo a seguito dell’introduzione di una legge contro la discriminazione sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, già nel 2010 la situazione è drasticamente peggiorata. Qui è nata migliaia di anni fa una vera e propria lingua segreta (attraverso messaggi in codice) parlata dalla comunità Lgbtqia+, la lubunca, che ancora oggi (purtroppo) non ha mai smesso di tornare utile se si desidera tornare a casa sani e salvi.