E ora gli altri scrittori cosa faranno? Cosa faranno gli scrittori di lotta e di casa editrice berlusconiana dopo che Pier Silvio ha ha avuto parole di elogio per Giorgia Meloni e Matteo Renzi ha sbattuto la porta ai soldi che la casa editrice della famiglia Berlusoni gli elargiva? Siamo arrivati al punto di dover dire che Matteo Renzi è l’unico intellettuale serio e onesto che ci è rimasto in Italia? Dice, “lui è un politico”, esattamente, come gran parte della scrittura italiana odierna, che non è più letteratura ma “impegno”. C’è, in rete, un magnifico intervento di Alessandro Piperno in cui, più o meno, dice: è come se la letteratura non bastasse più, come se per giustificarla bisognasse rivestirla di qualcos’altro, di impengo civile, di politica, etc. etc. Poi dicono che in Italia si vendono sempre meno libri. Non è che forse tutto questo impegno politico ha ucciso le vendite?

Non è che forse se gli scrittori impegnati poi prendono i soldi dei Berlusconi perdono credibilità? Altro che premi letterari e libri in televisione o social: non è che forse i problemi dei libri vadano cercati nelle pagine dei libri stessi? Sì, Matteo Renzi è un politico esattamente come lo sono parecchi scrittori antimeloniani che pubblicano nelle case editrici dell’universo Mondadori. Ma ecco cosa ha scritto Matteo Renzi, l’ultimo scrittore vivo in questa Italia in cui anche la letteratura “colta” è diventata una “Temptation Publishing House”: “Oggi Pier Silvio Berlusconi è intervenuto a gamba tesa in difesa di Giorgia Meloni. Ha detto che il governo Meloni è il migliore d’Europa. Proprio mentre scopriamo che Nordio ha mentito al Senato, che Tajani si autodefinisce 'uno sfigato', che Piantedosi viene bloccato sulla scaletta dell’aereo in Libia ed espulso, che Lollobrigida sta gestendo i dazi facendo fare la bresaola in America e per amor del cielo non vogliamo sapere che cosa stiano facendo Salvini o Santanché o Giuli, bene, proprio adesso Berlusconi junior difende il governo Meloni. E come se non bastasse richiama all’ordine Tajani intimandogli di interrompere ogni battaglia sullo Ius Scholae. Da bravo maggiordomo, Tajani obbedisce”.

Ma non solo, Renzi continua, in relazione al passaggio in cui Pier Silvio Berlusconi ha detto “Renzi ha perso credibilità”: “In questo scenario Berlusconi junior attacca anche me. Evidentemente l’idea che si costruisca una tenda riformista fa paura a chi sostiene Meloni e anziché continuare a ignorarmi come fa Mediaset da mesi, oggi assistiamo a un attacco alla persona tanto sgarbato quanto evidentemente richiesto a Pier Silvio da palazzo Chigi. Penso che sia legittimo che Berlusconi junior abbia le sue idee e le difenda. Trovo inopportuno l’aggressione alla persona. Ma non sono un mediocre come tanti altri e dunque appena ho letto le dichiarazioni del Ceo di Mediaset ho comunicato formalmente alla Mondadori, società della famiglia Berlusconi per la quale ho scritto gli ultimi libri, che interrompo da oggi ogni collaborazione". Dice, “è però Renzi è ricco, può permetterselo, gli scrittori, invece sono poveri e se trovano una grossa casa editrice che li pubblica accettano per, come si dice, motivi alimentari”. Eppure, a me, sovviene qualche nome di scrittori antimeloniani (e antiberlusconiani ça va sans dire) che propro poveri poveri non sono. Dice: “Eh, ma ci sono case editrici che pur facendo parte della galassia mondadoriana hanno una loro indipendenza”. Che sarebbe come dire “pecunia non olet” e “pecunia non olet”, detto da scrittori impegnati, fa proprio ribrezzo. Dice ancora: “Eh, ma io vendo, sono io che faccio incassare i Berlusconi, mica il contrario”. E allora, se vendi, perché dare questi soldi ai Berlusconi? Autopubblicati su Amazon no? Insomma, anche a voi verrà sicuramente in mente qualche nome di autrice o autore o autor* che prende o dà soldi alla famiglia Berlusconi. E che adesso, dopo il gesto di Matteo Renzi, dovranno dirlo chiaramente: chiamate il falò o no?
