Per leggere il futuro prossimo di X Factor forse bisogna tornare a nove anni fa, nel 2014. Siamo all’ottava edizione del talent più famoso di sempre, Morgan e Fedez litigano di brutto. Il primo sbotta: “Se c’è una persona che non c’entra niente con la televisione, qui, sono io. E tu sei un ignorante. Alla televisione interesso io, a me non interessa la televisione”.
Credo che il punto non possa altro che essere questo, se vogliamo “interpretare” la notizia dell’imminente ritorno di Morgan alla prossima edizione di X Factor. Ci crede ancora Sky in questo talent? Forse sì, ma a patto che si torni a una conclamata età dell’oro. Al tempo in cui c’era Morgan, a tutt’oggi il giudice più vincente al mondo (cinque edizioni su sette e gli altri tutti a casa). Perché se i suoi estremismi (“Non iscrivetevi a un talent, sono la tomba della creatività”, “La televisione è dove sguazza e regna il mercato, la musica è invece un luogo dove spesso, impegnandosi, si possono creare idee sane”, “Aver abbandonato la televisione mi ha dato la possibilità di riscoprire la musica, la socialità, la piazza”), tradiscono (e ribadiscono) la grande visceralità di Marco Castoldi in arte Morgan, sempre Morgan sul ruolo e la potenza del mezzo televisivo ha da sempre le idee abbastanza chiare. Solo che ama troppo sia sé stesso che la musica per restare fuori dal contenitore dove tutto sembra accadere. Può, uno come Morgan, assistere impassibile alla decadenza di un programma che, nella memoria del pubblico generalista, porta il suo timbro? Può Sky lasciare che un format simile – che, nel bene e nel male, ha ormai una storia alle spalle – possa via via opacizzarsi perché non rischia più nulla e paradossalmente, così facendo, rischia molto di più? Morgan, in tv, è dissonanza (“StraMorgan” lo ha ri-dimostrato) e questo i capoccia di Sky lo sanno bene.
Come sanno che da quando la televisione dei talent ha messo entrambe le mani sulla pop music, la medesima pop music viene trattata sempre peggio. Beh, meglio per la televisione, no? Eh, non lo so. Perché alla lunga tutto diventa pericolosamente autoreferenziale. Un volto vale l’altro, passa Rkomi e quasi non te ne accorgi, ripensi ad Alvaro Soler in veste di giudice e ti convinci, deprimendoti, di non aver capito nulla della vita. Vedi stampati sulle facce di chi se ne (dovrebbe) intende(re) i soliti “wow” dopo una cover tutta polmoni e nessuna sottigliezza; senti il trecentesimo “bravo, il pezzo mi arriva” e allora anche tu che magari sei parte di un pubblico non necessariamente “music-obsessed” ti chiedi: ehm, tutto qui? E badate, la televisione che ripete sé stessa ad nauseam non è meglio di qualsiasi altra cosa o persona ripeta sé stessa ad nauseam. Il guaio è che poi la gente cambia canale e ci va di mezzo tutto. Anche ciò che di buono è rimasto, qualche artista che avrebbe meritato più attenzione.
Il ritorno di Morgan, in questo contesto, più che un’operazione nostalgia è un salvagente che l’artista lancia a sé stesso e a Sky. A sé perché ben conscio del fatto che, grazie a quelle edizioni di “X Factor” di ormai quasi dieci anni fa, il pubblico è riuscito a conoscerlo meglio facendo amicizia – per certi versi, a sorpresa – con la sua competenza, il suo gusto, il suo orecchio esperto. A Sky perché Ambra Angiolini, Dargen D'Amico e Fedez (dovrebbero essere loro gli altri giudici) rischierebbero, tutti assieme, di produrre un inoffensivo effetto “coro delle voci bianche”. Dov’è un’altra voce? Un’altra visione? Dove sarebbe la dissonanza? Quel quid necessario per creare, anche in tv, qualcosa di esplosivo? Dove per “esplosivo” non si intende, per forza, “rissa”. Si intende, piuttosto, “contrasto” nel senso più esteso del termine. Affinché la macchina pop – che non solo non si è autodivorata come profetizzavano i Pop Will Eat Itself, ma anzi ha ricevuto abbondanti libagioni dalla generosa e diabolica mano televisiva – torni, anche grazie a Morgan, ad accogliere sopra la sua pancia pigra il solletico del confronto, di una visione contrastante, di una provocazione che possa spingere una canzone o un artista “oltre il pop e il pop solamente”. Si torna al Morgan vs Simona Ventura, insomma, a una tv che “accoglie” il polo mancante. Fedez e Ambra da una parte, Morgan e Dargen D’Amico dall’altra, quindi? Potrebbe essere. Di certo condurrà il tutto, ancora una volta, Francesca Michielin. I bookmakers inglesi, però, al di là dei nomi, dei partecipanti, delle trovate dell’ultimo minuto, non avrebbero dubbi. Un nuovo round fra Fedez e Morgan sarebbe pagato attorno all’1.50. Quota bassa per un clash troppo facile da pronosticare. Tuttavia, ciò su cui due personaggi così agli antipodi potrebbero scontrarsi non è così prevedibile. Una cosa, per ora, è certa. Se la pop music è una questione anche industriale, non può però essere una questione solo industriale. A ricordarcelo, ancora una volta, sarà Morgan.