Ci sono elementi che ritornano spesso quando si parla di Sanremo: rapper e polemiche. Ma stavolta Dj Wad, dai microfoni di Radio Deejay nel suo programma Say Waaad? e poi in un reel Instagram, ha messo in discussione la comunicazione del Codacons (l’associazione a tutela dei consumatori), provando a rivelare il dietro le quinte della "crociata" contro Tony Effe, Emis Killa e, fino a poco fa, anche Fedez (“ora no perché amico?”, pizzica il conduttore, anche se, nei comunicati stampa del Codacos il nome di Fedez compare). E lo fa ponendo alcune semplici domande, dalle quali salta fuori che il Codacons sarebbe un comitato composto da cinque membri “di età medio-alta” che potrebbero non avere grande dimistichezza con il genere rap-trap. Per questo chiederebbero a gran voce l’esclusione di Tony Effe, Emis Killa e Fedez da Capodanni e Festival di Sanremo. È l'unico motivo l'aver prodotto presunti brani “sessisti” e contenuti non conformi al regolamento del Festival? Un regolamento che però, sottolinea Wad, non accetterebbe mai testi del genere in gara, anche per volontà della direzione artistica. E allora, perché insistere? Per pubblicità personale? Per avere più iscritti? Per moralismo? Seguendo soltanto i gusti della propria "bolla"? Per il Dj sarebbero tutte motivazioni che hanno poco a che fare con la tutela dei consumatori.


E si arriva al momento topico dell'intervista: “La questione è che suo nipote Dario, che ha 14 anni e adora Tony Effe, è un consumatore oppure no?”, chiede Wad proprio all’avvocato del Codacons, che aveva ammesso i gusti del ragazzo. “Se il Codacons rappresenta i consumatori, perché dovrebbe schierarsi contro quelli che piacciono ai giovani?” Già, perché? Forse perché il target che segue il rap-trap non rientra nel paradigma di “consumatore modello” che qualcuno vorrebbe difendere? Wad prosegue illustrando l’influenza del Codacons sulla politica e l’opinione pubblica, che comunque è legittima, facendo però intendere che le sue campagne non sarebbero meri esercizi di tutela sociale, ma vere e proprie azioni di pressione. Non possono “bloccare” Sanremo, certo, ma possono mettergli il bastone tra le ruote. E se il bersaglio sono rapper seguitissimi dai giovani, l'effetto mediatico è assicurato.

Ma ci sono domande rimaste senza risposta: chi stabilisce cosa è moralmente accettabile nella musica? Chi decide cosa può essere ascoltato in Tv o ai concerti di Capodanno? E soprattutto: perché certi artisti vengono colpiti mentre altri no? Dj Wad non dà risposte definitive, ma il messaggio è cristallino. Se a qualcuno non piace il rap o non capisce le sue radici, è un problema culturale, non giuridico. E forse sarebbe ora di chiedersi quanto e per quali motivi certe realtà influenzino quello che ascoltiamo. Codacons o non Codacons, alla fine cambia poco. L’importante è sapere chi muove i fili dello spettacolo.
