Stefano Sollima è metodico, quotidianamente geniale. È andato a lui il Nastro d'argento per la serialità italiana 2021 assegnato a Napoli dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici. Il regista è stato premiato per il successo di pubblico e critica di 'ZeroZeroZero', tratto dal bestseller di Roberto Saviano. Stefano Sollima è tra i registi più apprezzati in Italia, tra i più competenti del panorama cinematografico mondiale. Non ha sbagliato neanche un film da lui diretto. ACAB, Suburra, Soldado e Senza Rimorso. In tutte le sue produzioni ci ha proiettato nell’inconscio più profondo dei personaggi da lui disegnati.
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Stefano Sollima ha riscritto le regole delle serie TV, ha cambiato la percezione del realismo italiano a episodi rendendolo sempre più Worldwide. Romanzo Criminale probabilmente è stata la serie tv più (ri)vista nell’universo. A distanza di oltre dieci anni non solo rimane ultramoderna, ma faccio fatica ancora a credere che sia finita, mi manca "quel pezzo finale” della torta per farmi sentire sazio ma che non potrò mai mangiare. E Gomorra invece? Vabbè, l’hanno solo distribuita in oltre 190 paesi. La costruzione di tutti i suoi personaggi è unica, impossibile non aver emulato “i Tre della Magliana” o le frasi tra Ciro Di Marzio e Genny Savastano. Stefano Sollima è riuscito a farci sentire criminali senza mai esserlo. Ci ha fatto incazzare quando ha deciso di far morire i “cattivi” più spietati che in realtà per noi erano i buoni. Rendiamocene conto, riuscirebbe a farci amare anche boh, Bin Laden, Trump, Toto Riina.
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Stefano Sollima è Stefano Sollima. Non servono altre parole dette da noi eretici, sarebbero sprecate. E infatti non possiamo far altro che affidarci ai grandi attori passati davanti al suo sguardo. A partire da Francesco Montanari che con lui è passato alla storia del piccolo schermo come “il Libanese” in Romanzo Criminale. “Stefano Sollima è Stefano Sollima perché ha lo sguardo contratto del Libanese dentro di sé, e affronta tutto così, grande Stè tanti auguri”.
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E ancora Greta Scarano, attrice che da poco ha interpretato Ilary Blasi in Speravo de morì prima, con Stefano Sollima ha interpretato Viola nel film Suburra e Angelina in Romanzo Criminale. Ci ha raccontato come la genialità del regista derivi da una sua capacità di controllare le proprie emozioni: “È geniale, ha una follia dentro di sé che però controlla perfettamente. È una persona che non può non incuriosirti”.
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Stefano Sollima è la "Tecnica del giunco", raccontata da Vinicio Marchioni che tra parentesi, potrebbe anche leggerci un problema algebrico da risolvere con le equazioni, e farci comunque trasportare nel mondo dei numeri. L’attore romano, celebre per essere stato “Il Freddo” in Romanzo Criminale lo disegna così: “Sollima è Sollima per tantissimi motivi, perché è un appassionato di fumetti e un grande conoscitore di arte. La prospettiva e le proporzioni le riporta nelle inquadrature, posiziona gli attori a regola d’arte – dice l’attore romano - Stefano Sollima è Stefano Sollima perché ha fatto il reporter di guerra, è un’anima Rock ‘n’ Roll nel senso più antico e arcaico dell’essere Rock ‘n’ Roll e perché conosce la Tecnica del giunco. Piegarsi, piegarsi quando tira il vento forte, piegarsi, piegarsi a tutte le richieste dei produttori, a tutte le domande degli attori, a tutte le cose che ti chiedono sul set e poi alla fine vincerà sempre lui, perché il giunco si ritira sempre su. Per me questo è Stefano Sollima, è un gigante”. E quindi niente, noi stavamo cor Libanese e staremo sempre con Stefano Sollima. Auguri Stè.
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