Ammissione pubblica: amo quello “stronzo” egocentrico - megalomane di Angelo Duro. E saperlo al Festival mi ringalluzzisce, finalmente una nota verace, in mezzo a tanto mortorio (anche voluto). La scelta migliore possibile, lato show, che non passerà inosservata, anzi le polemiche già si sprecano dall'annuncio. Dagli scontatissimi “ma chi è?”, agli altrettanto prevedibili “fa ridere?”. Domande lecite, sia chiaro, specie se siete fermi al Siani di turno, che pensa di essere la reincarnazione di Massimo Troisi, ma non è manco la sua unghia. Invece basterebbe una breve immersione nel suo mondo, prima di sparare nel mucchio, magari visionare per sbaglio qualche video su Youtube o Instagram, dove racimola migliaia di views. Informarsi, insomma, e non improvvisarsi sapienti critici. Sicuro Duro non ha mezze misure, anzi se sarà davvero il solito potrebbe non lavorare più in televisione. Riusci... Rai a non farti rabbonire? “Ma stai zitta, stai”, rispondo a modo suo.
Ma cosa aveva in mente Amadeus quando l'ha invitato? Altro che Zelensky, è lui la vera bomba pronta a esplodere, se non passerà al veto della censura. Non a caso, alla notizia dell'ospitata, ha già dato un assaggio del personaggio al pubblico boomer di Rai1, sottolineando il traguardo a modo suo, con un post che è tutto un programma. “Ormai sono diventato una minaccia. E vogliono essere miei amici. Ed io col caz*o che ora divento amico. E sì. È ufficiale. L’8 febbraio 2023, per la prima volta, sarò ospite alla seconda serata del Festival di Sanremo. È un segno epocale questo”. Convinto di aver cambiato il sistema e di averlo fatto da solo: “Non me ne è mai fot*uto di nessuno. Zero. Da tutti quelli che in questi anni hanno provato ad insegnarmi come si fa, ad ostacolare il mio cammino, me la sono sempre sentita su*are. Ho vinto io. Ora continuate a su*armela forte. E finalmente, dopo anni di soldi estorti ai cittadini con la bolletta della luce, ora c’è un motivo valido per aver pagato il canone. Vi saluto”.
Neanche a dirlo, il messaggio è stato preso di mira da chi non capisce la sua ironia. Alla fine, è forse un comico? Definizione estremamente riduttiva. Il suo punto di forza? Provocare una reazione, sempre e comunque, sparando una dopo l'altra riflessioni serie e fregnacce, sì questo è un dono. Del resto passare da Iena televisiva ai sold out nei teatri di tutta Italia con uno spettacolo “scorretto”, scritto, diretto e interpretato da lui, rende l'idea del soggetto in questione. Uno, per dire, che durante la pandemia non è stato a cuccia, e anzi ha avviato un singolare tour di protesta nei luoghi in cui quegli assembramenti erano concessi, vale a dire una chiesa a Roma, un'Esselunga e un McDonalds' a Milano (in combo col fan Emis Killa), e un autobus a Brescia (dov'è andato a comandare con Rovazzi). Risultato? Una bella denuncia da parte del parroco e una convocazione al Ministero. Ecco, definirlo politicamente scorretto è poco, meglio fuoriclasse del cinismo applicato all’ironia. E non ci sono temi troppo delicati per lui. Un esempio? Uno dei tanti: “Come fanno i genitori a non accorgersi che il loro figlio si droga? Non lo vedono che è felice?”. Oppure: “Ognuno è libero di fare la vita che vuole, vuoi fare il barbone, fallo, però non chiedere soldi a me. Che lavoro è il barbone? Solo perché mi fai sentire in colpa ti devo pagare? Zero, non avrai un centesimo da me”. Allora, uno così cosa ci fa in un contesto edulcorato come quello di Sanremo? Forse li ha ingannati tutti col nuovo manifesto: “Sono cambiato”. Speriamo non sia vero.