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Se ne va Gina Lollobrigida,
che ci ha insegnato a non piangerci
addosso e a reinventarci

  • di Micol Ronchi Micol Ronchi

16 gennaio 2023

Se ne va Gina Lollobrigida, che ci ha insegnato a non piangerci addosso e a reinventarci
È morta Gina Lollobrigida, grande protagonista del cinema italiano, nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva quindi 95 anni compiuti. Grande attrice, non ha sfigurato al fianco di partner come Tony Curtis, Burt Lancaster, Errol Flynn e Humphrey Bogart, ha vinto tutto quello che poteva vincere ma, soprattutto, ci ha insegnato che più sappiamo reinventarci e più possiamo vivere a lungo (e bene). Lo dimostrano le varie carriere successive nella fotografia e nella scultura

di Micol Ronchi Micol Ronchi

È morta a Roma, a 95 anni, Gina Lollobrigida. Per il grande pubblico è sempre stata la "La Lollo". E sì, lei ci ha lasciati. Si racconta che fu Vittorio De Sica a convincerla a puntare sul cinema, sicurissimo delle sue potenzialità. Icona di bellezza, personalità di riferimento tra gli anni '50, '60, '70, da sempre contrapposta ad un'altra immensa icona femminile, Sophia Loren, Gina nel corso della sua carriera da attrice si è portata a casa non pochi riconoscimenti: sette David di Donatello, tre Nastri d'argento, un Golden Globe, una candidatura ai Bafta, nel 1955, per "Pane amore e fantasia", che oltre ai riconoscimenti l'ha incoronata come la "Bersagliera". Ha lavorato accanto a mostri sacri come Tony Curtis, Burt Lancaster, Errol Flynn, Humphrey Bogart e non ha mai sfigurato accanto a nessuno. Venerata da mia nonna come attrice, star e modello da seguire con timore reverenziale, quello che però ho sempre trovato, personalmente parlando, affascinante è stato il suo periodo post-cinema.

Gina Lollobrigida
Gina Lollobrigida

Quando le proposte dal grande schermo hanno iniziato a diradarsi, lei non si è seduta in un angolo, in attesa che qualcuno o qualcosa si ricordasse di lei. Non ha atteso che nessun fidanzato ricco e potente la rimettesse sui binari delle grandi produzioni. Ed erano anni in cui se alle tua spalle non c'era un grande uomo le prospettive di carriera erano pochine. E invece, lei si è trasformata - fortunata eccezione - prendendo e iniziando a coltivare altre quote della sua non indifferente creatività: la carriera come fotoreporter, la portò a intervistare Fidel Castro, (sul quale poi diresse anche un documentario e col quale dicono avesse avuto un flirt) a viaggiare per il mondo, raccontando il ricchissimo Occidente e l'estremo Oriente. Negli anni '80 le sue immagini vennero anche esposte a Parigi, presso il Camevalet Museum, dove fu insignita pure della medaglia d'oro della città. Mica pizza e fichi. Ha pubblicato otto volumi fotografici ma nel cassetto aveva così tanto materiale che probabilmente avrebbe potuto pubblicarne altri 25.

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Gina Lollobrigida e Fidel Castro

La scultura è un altro campo dove è riuscita a eccellere portandosi a casa grandi esposizioni e i complimenti di capi di stato di tutto il mondo. Famosa per l'avvenenza e un carattere, dicono, molto volitivo, trovo però che dovremmo celebrarla per altro: per il suo aver dimostrato che l'indipendenza è una cosa che puoi guadagnarti e abbracciare alla faccia di tutto e tutti, che puoi fregartene delle malelingue e andare avanti per la tua strada, che essere poliedrica non è un male, ma un modo di affrontare la vita altamente raccomandabile. Nel 2018 durante un'intervista al Corriere ha dichiarato: "Sono sempre stata severa, volevo solo ruoli eccezionali. Io non recitavo un ruolo, io lo vivevo." Visto come ha vissuto la sua vita, direi che il suo film è il migliore di tutti. Non ce ne voglia Mario Monicelli...

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Gina Lollobrigida con le sue sculture

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