Che fatica tenere il passo con l'ipocrisia italica. Nell'Angelus domenicale Amadeus ha annunciato le altre due co-conduttrici (per una sera) di Sanremo: l’attrice Chiara Francini, in quota Drag Race (che fa sempre piacere), e la (ex?) pantera azzurra Paola Egonu. Quest'ultima per dare lustro allo sport sul palco dell'Ariston. Sarà vero? O piuttosto per prendere due piccioni con una fava con pipponi sull'inclusione, che male non fa. Certo, rimane quel piccolo particolare della piangente pallavolista che non più di tre mesi fa lasciava la nazionale definendo gli italiani razzisti, e attaccando la stampa a caso, per via del commento di un coglione estero che si chiedeva come mai giocasse in Italia. Non a caso è volata in Turchia, Paese non necessariamente noto per essere un faro dei diritti umani e civili (ah no?) con un ingaggio esorbitante (un milione di euro!), dando lezione di antidiscriminazione condite da racconti sulle sue frequentazioni intime.
È anche vero che per rimediare al due di picche della sciatrice Sofia Goccia era necessario un nome che facesse rumore, insomma spendibile per la causa. Parliamoci chiaro: al di là degli innegabili meriti sportivi, se la Egonu non fosse di colore e fluid, e così chiacchierata, l'avrebbero ugualmente invitata? Ci sono fior di sportivi e persino pallavoliste che meritavano la stessa chance. Come Monica Moki De Gennaro, che in primis non sputa sulla maglia azzurra, ed è il miglior libero del mondo. O un'altra a caso, Francesca Piccinini, indimenticata regina del volley italiano. Forse è questo il vero razzismo?
Curioso, inoltre, che per colmare la distanza tra “non torno più” e “eccomi qua” basta un cachet del Festival (e chi lo paga?!). Pecunia non olet. Alla fine il pianto a favor di telecamera dell'opposto dà i suoi frutti, e come sempre “chi chiagne fotte 'a chi rire!”. A questo punto s’accettano altri inviti anche per Lady Soumahoro e Roberto Saviano, soprattutto dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro. Del resto il prezzemolino di Kiev, Zelensky, è già sistemato in collegamento nella serata finale, rivelato da Bruno Vespa – novello Ministro degli Esteri - dalla “zia Mara” a Domenica In. E chissà che non arrivino pure i Kalush Orchestra, la band Ucraina che “a sorpresa” ha vinto l'Eurovision made in Italy. Perché Sanremo è Sanremo (al via coi primi ascolti), o meglio un revival del politicamente corretto? Così è (se vi pare).