Sono figlio di un diacono, cioè di un laico che ha però preso un ministero religioso e che quindi fa parte del clero, un gradino sotto i sacardoti, potendo celebrare matrimoni, battesimi, portare l’unzione degli infermi. Sono figlio di un diacono a sua volta figlio di un repubblicano anticlericale, di quelli tutti d’uno pezzo che non hanno mai messo piede in vita dentro una chiesa, ardito a cavallo durante la prima guerra mondiale, cacciato da un posto alle ferrovie per non aver preso la tessera del partito fascista. Sono quindi cresciuto nell’alveo della religione cattolica, a mia volta credente e per qualche anno, neanche troppo tempo fa, catechista presso la mia parrocchia. Ma sono anche cresciuto nella ferma convinzione che lo Stato debba sempre e comunque essere laico, areligioso. Questo per dire che ritengo la faccenda delle sanzioni amministrative contro chi bestemmia, in quanto offensivo e irrispettoso verso le divinità, come da articolo 724 del codice penale, qualcosa di assurdo, seppur io ritenga chi bestemmia non esattamente persona meritevole del mio rispetto, perché offendere qualcosa che è caro a qualcun altro è sempre sintomo di poca sensibilità e anche intelligenza. Le leggi, però, non le faccio io, posso ritenerle più o meno sagge, più o meno sensate, ma quelle sono. Vivo in Italia e rispetto le leggi italiane, così come ritengo di dover fare quando sono all’estero, riguardo le leggi dei paesi che visito. Lo stesso, credo, va fatto nei confronti dei regolamenti interni a istituzioni o aziende o quel che è. Se in banca è previsto, non è più così da tempo, che si dovesse avere un aspetto ordinato e vestirsi in un certo modo, con il completo, per gli uomini, niente capelli lunghi, orecchini, figuriamoci tatuaggi, una volta che andavi a lavorare in banca non aveva senso provare a contrastare quella regola, al più potevi scegliere di fare altro. Non ho giacche, porto i capelli lunghi, la barba incolta, e faccio lo scrittore e il critico musicale, quindi nessuno ha nulla da eccepire, almeno a livello di regole. Bene. La Rai ha un suo codice etico ben preciso. Ne parlavo a proposito della questione di Madame, al momento indagata per falso ideologico per essersi avvalsa, sembrerebbe, dei favori di un medico poi arrestato che le avrebbe fornito un falso certificato vaccinale al fine di avere un Green Pass, citando per altro la assai diversa vicenda di Memo Remigi, oscurato dalla tv di Stato per aver toccato in diretta televisiva il culo a Jessica Morlacchi. C’è un codice etico, se lo violi sei ovviamente tagliato fuori, nessuno, credo, può avere nulla da eccepire a riguardo, sia che si tratti di violare le leggi, sia di toccare il culo a una collega. Sulle bestemmie, mi lego all’incipit, la Rai come tutte le reti Mediaset, è piuttosto rigida. Ben lo ricorda Leopoldo Mastelloni, radiato dalle reti Rai per aver bestemmiato durante un programma condotto da Gianni Minà, erano altri tempi. Ma ben lo sanno anche tutti quei concorrenti dei reality show, da Ceccherini a, ultimamente Riccardo Fogli, che hanno subito esattamente la stessa sorte, bestemmia e conseguente eliminazione. Uno può essere o non essere d’accordo, e ripeto, io ritengo che sia stato più grave quanto detto da una Gegia o un Charlie Gnocchi al tipo dei Beehive, per dire, in ambito del GF Vip, ma queste sono le regole.
Eccoci a noi. Amadeus ha schivato la merdona di Madame parlando di panettone tra i denti, cioè dicendo che una decisione presa di fretta durante le feste era inopportuna, e facendosi garantista nei confronti di Madame, della serie, essere indagati non equivale a essere condannati, verissimo, anche se i tempi della giustizia potrebbero portare a una eventuale condanna dopo il Festival, e portare a Sanremo una eventuale furbetta del Green Pass non sarebbe una grande mossa. Ora si trova a dover gestire un’altra merda, per altro a sua volta figlia di una merda che lui stesso ha creato. Sapendo di avere un cast infarcito di Big, da Giorgia a Ultimo, passando per Mengoni, Anna Oxa, Lazza, Dio abbia pietà di me, Gianluca Grignani, Paola e Chiara, ha fatto la sua sparata, dicendo che stavolta non ci sarebbero stati superospiti italiani, a meno che non avessero sopra i settant’anni e quindi una carriera importante da celebrare. Considerando che il 1951 è l’annus mirabilis della nostra musica, da quelle parti sono nati tutti i grandi cantautori, chi più che meno, da Baglioni a De Gregori a Fossati, passando per Vasco, 1952, e Venditti, 1949, si è tolto dagli impicci lasciando aperta una bella porta. Poi, però, gli deve essere arrivato tra le mani il nome di Shari, giovanissima cantante di casa Sony, e deve aver avuto un pacchetto che presentava la possibilità di avere da qualche parte Salmo, che di lei è produttore. Scartata l’idea di una ospitata nella serata delle cover, ecco l’idea di metterlo come superospite sulla nave da crociera che anche quest’anno accompagnerà le dirette dal largo di Sanremo, questo per due serate. Poco conta che Salmo di anni non ne abbia neanche quaranta, l’importante è avere un cavallo di razza come lui nello show. Superate le polemiche social che sono seguite all’annuncio, della serie dico una cosa e me la rimangio come neanche il panettone citato riguardo Madame, ecco che arriva un’altra faccenda spinosa, le bestemmie. È vero, se Riccardo Fogli avesse tirato giù un porcone a casa sua, nessuno lo avrebbe squalificato dal Grande Fratello Vip, ci mancherebbe pure, ma come la mettiamo per chi bestemmia sui social, quindi in una maniera che diventa giocoforza permenente, e nei testi delle canzoni? Perché a Salmo la bestemmia piace, tanto quanto a me piace Salmo, uno dei più corrosivi talenti del nostro rap, un flow feroce, trovate degne di un giullare che mostra sempre il re nudo, la capacità di insultare gli avversari, siano essi altri rapper o tutta quella serie di ipocriti con cui ce l’ha in genere. Infatti in un gioiello come Perdonami, canzone che per altro aveva una splendida base di Thasup, ai tempi Tha Supreme, fratello di Mara Sattei che molti si augurano sia in qualche modo a duettare con lei la sera delle cover, anche se lui in pubblico non ci è mai apparso, a un certo punto la bestemmia arriva, “non posso andare in tele perché se ci vado poi mi parte la bestemmia @#@”, bestemmia appena coperta dal Bip dell’autocensura, ma chiaramente riconoscibile, e fin qui, uno dirà, c’è il Bip. Come far vedere le tette su IG coprendo appena i capezzoli con un pixel, quel che c’è da vedere si vede ma sembra di no. Del resto Perdonami ha un testo che è davvero da incorniciare, parte con un serafico “Se dico quello che penso, non reasta neanche un amico, sono una merda confesso, se penso a quello che dico”, per poi proseguire con versi altissimi quali “le tipe che schiacci non le farei toccare neanche dal cazzo del cane”, “sabato sera, dopo le quattro hai la faccia di cera/ vacanze in riviera, leccando una figa pisciata che sa di ringhiera” e “scrivo il più chiaro possibile, se non capisci raissumo/ bravo hai una mira infallibile, ma non colpisci nessuno”.
Tutto molto chiaro, solo la bestemmia oscurata da un Bip, una quinta di tette in vista con su il pixel, appunto. Non c’è invece nessuno pixel nell’immagine che trovate in questo pezzo, un suo post IG di quando scoprì di essere diventato oggetto di una sorta di culto mainstream, cioè di essere finito tra gli artisti cui i giornaletti per ragazzini dedicano i poster da appendere in cameretta. Una bestemmia sonora, posta in grande evidenza, a futura memoria. La domanda che in molti si stanno facendo, come gestirà Amadeus la cosa. Certo, anche Manuel Agnelli, che accompagnò alla vittoria i Maneskin nel Sanremo di Zitti e buoni, lui ospite nella Amandoti dei CCCP esibita nella serata delle cover, aveva addirittura iniziato Chi ha paura del buio con una bestemmia, ma quella era arte, e soprattutto, Manuel Agnelli non era poi così mainstream per cui nessuno ha fatto notare la cosa al padrone di casa, stavolta siamo di fronte a Salmo, quello del concerto a San Siro, e la bestemmia è lì, che imperversa sui social, come un tatuaggio di quelli che altri rapper si fanno in faccia. Che farà Amadeus, chiuderà un occhio? Aspetterà di aver finito le scorte di panettone, così da poter prendere decisioni a bocca asciutta? Aspetterà che un’altra merda si presenterà davanti ai suoi piedi per schivare queste già pestate? Perché Salmo bestemmia e lascia le bestemmie lì, e ha dichiarato chiaramente che se va in tele poi la bestemmia gli parte, magari pensava proprio a una futura superospitata a Sanremo, chissà. Neanche a dire che non ci aveva avvertito. Per dirla proprio col Salmo di Perdonami, brano che ripeto è un vero gioiello: tutto bene? No, male male. Tutto bene? No, male male, male male.