Avevo 6 anni quando è uscito "...Squérez?" dei Lunapop. Ricordo benissimo la prima volta che l'ho ascoltato, in macchina con amici di famiglia, invidiandogli quel disco che avrei voluto ascoltare anch'io fino a consumarlo. Cesare Cremonini l'ho sempre seguito, da lontano, perché crescendo i miei gusti musicali sono cambiati. Le sue canzoni, però, le conosco tutte. Perché chi dice che è diventato "un classico" ha ragione, ma c'è ben altro da dire oltre a questa affermazione, che seppur vera lo rinchiude, invece di lasciarlo libero.
I primi stadi nel 2018, la consapevolezza di "essere nato" per farli, come ha raccontato ai giornalisti nel 2022 (durante l'incontro stampa prima della sua data a San Siro, a cui ero presente), e oggi 13 date tutte sold out. Lo stadio milanese si è riempito piano, dalla tribuna stampa ho visto il pit riempirsi e gli anelli animarsi. Sono centralissima, di fronte al palco (dalla forma maliziosa, ma che richiama in realtà la copertina dell'ultimo album di Cremonini, "Alaska Baby"), e ho passato le due ore prima del concerto chiedendomi: qual è il segreto di Cesare Cremonini? Cosa lo rende davvero un artista di successo?

Ho letto più volte la scaletta e solo alla fine delle due ore abbondanti di concerto sono riuscita a darmi delle spiegazioni concrete e razionali. Cesare Cremonini non è l'unico artista della sua generazione ad avere segnato la storia della musica italiana, ma è quello che più di tutti è riuscito a parlare a generazioni diverse. Nato nel 1980, 45 anni compiuti a marzo, è cresciuto nel tempo, passando dal cantante scanzonato dei Lunapop al cantautore adulto, ma mantenendo il costante contatto con la realtà, con un linguaggio che sa prendere al cuore (perché poi è lì che la musica ci tocca davvero) tutti.
Cesare Cremonini, come ha raccontato durante il live a San Siro, scrive canzoni per proteggersi. E tutti noi abbiamo trovato un modo per proteggerci dall'ignoranza, dalla violenza e da ciò che ci sfugge di mano. Ognuno di noi ha trovato la sua formula e quella di Cremonini è la musica. Così, ci ha portato nei luoghi in cui è già stato, ma in cui non voleva tornare da solo. Ha condotto il pubblico attraverso la sua discografia, dai brani dei Lunapop come l'immancabile "50 Special" alle iconiche "Logico", "Grey Goose", "Marmellata #25", fino ai brani del suo ultimo album "Alaska Baby".

Una scaletta corposa, che nella seconda data a San Siro prevede un solo ospite (il grande Luca Carboni, in duetto con Cremonini su "San Luca") che non vuole strizzare l'occhio all'effetto karaoke, ma solo ricordarci che Cesare Cremonini ha scritto grandi canzoni che tutti conoscono, anche chi dice di non ascoltarlo. Ed è arrivato all'ultima canzone, "Un giorno migliore", che capisco quale potrebbe essere la "formula segreta" di Cesare Cremonini: i suoi testi ci parlano. "Non succede quasi mai a due come noi di credere che sia possibile trovare un complice in questo disordine" (Logico) potrà sembrare una frase semplice, ma racchiude non solo la sua storia, ma anche la nostra. Potrei fare lo stesso discorso per "Frequento solo i posti che tu non hai visto mai / Perché ho paura di incontrarti e di un 'ciao, come stai?'" (Ora che non ho più te).
Eccola lì, la formula che svela tutto. Ogni testo di Cesare Cremonini racconta la sua vita, i suoi amori, le sue delusioni, i momenti sì e quelli no, e noi ci tuffiamo dentro e ci riconosciamo. Ritrovarsi nei testi di un artista potrebbe sembrare facile, ma non lo è. E Cremonini, anche se non lo ascolti assiduamente, è in grado di parlarti, di arrivarti dritto, scavando dentro di te per ricordarti che tutti siamo accomunati da amori e dolori, e anche se li viviamo in maniera diversa ci sarà sempre qualcuno o qualcosa, magari una canzone, in grado di unirci, di farci riconoscere tutti senza farci sentire distanti e disuniti.
Lo ha fatto da giovanissimo con "50 Special," una canzone che ancora oggi i millennial cantano pensando a quanto erano bambini, ascoltavano i Lunapop e speravano di diventare presto adulti. Lo ha fatto con "Il comico (sai che risate)", un brano che ci ricorda che viviamo con una maschera spesso invisibile, che cade solo con chi ha la sensibilità di capirci davvero. La lista è lunga, perché tutte le canzoni della scaletta di Cesare Cremonini sono in grado di raccontarci qualcosa di noi e non solo di lui.
E tutto questo è dimostrato dal suo pubblico, che per la seconda serata di seguito ha riempito San Siro, cantando con lui quasi fino a sovrastare la sua voce. Tra il pubblico della seconda data milanese di Cremonini Live25 anche gli amici di una vita, tra cui Valentino Rossi, salito sul palco per un grande abbraccio col cantante, e Francesca Novello. In quell'abbraccio tra il pilota e Cesare Cremonini non c'è solo la loro grande amicizia, ma anche il grande amore che il pubblico ha per entrambi.
Ma San Siro, questa volta, è tutto per Cesare Cremonini. Un artista che ci ha parlato, ci parla e ci parlerà sempre. Un cantante che ha saputo avvolgerci con le sue parole da quando era giovanissimo a oggi, che di anni ne ha 45, e potrebbe aver già vinto tutto, ma non si ferma mai, perché l'amore per la musica, il pubblico, le parole, è così grande che difficilmente arriverà a esaurirsi.
