“Te piace ‘o presepe?”. La battuta simbolo di Lucariello, protagonista di Natale in casa Cupiello, è risuonata ieri sera, 26 dicembre, in diretta su Raiuno, nella voce di Vincenzo Salemme. Un esperimento audace: riportare in prime time il capolavoro di Eduardo De Filippo, scommettendo sulla forza immortale del teatro. Un atto di fede verso le radici culturali, ma non privo di imperfezioni. Il testo eduardiano è, per sua natura, sacro e inarrivabile. Un dramma che scava nell’animo umano e racconta una Napoli intima e universale, tra contraddizioni, miserie e piccoli lampi di felicità. Ogni attore che si misura con quest’opera si trova di fronte a una scrittura perfetta, che non concede sconti né compromessi. Salemme, però, ha scelto consapevolmente di non imitare Eduardo, ma di reinterpretarlo.
Una decisione coraggiosa e giusta, soprattutto per evitare di cadere nella trappola dell’imitazione goffa (errore già commesso, ad esempio, da Castellitto). Tuttavia, nel tentativo di rimanere autentico, l’interprete e regista – discepolo del Maestro in tutti i sensi (l'incontro nel ’77, in una pausa proprio di Natale in casa Cupiello, che gli vale peraltro una parte) - a volte smorza troppo il pathos, lasciando trasparire una versione più leggera del personaggio. Il rischio di ridurre il dramma alla sola componente comica è dietro l’angolo e, in alcuni momenti la rivisitazione non riesce a sottrarsi completamente.
Il cast di supporto, poi, non tiene il passo con la figura centrale. Antonio Guerriero, Fernanda Pinto, Antonella Cioli - e gli altri - offrono interpretazioni oneste, ma non concedono quello spessore che il testo richiederebbe. Il confronto con i grandi interpreti del passato pesa inevitabilmente. Ciononostante, resta il merito di aver riportato Natale in casa Cupiello al grande pubblico televisivo, abituato alle liti condominiali dei reality. Un'opera che merita di essere vista e rivista, capace di attraversare epoche e generazioni. E se la versione di Salemme – frutto anche di un lungo tour teatrale – non raggiunge del tutto la vetta, il tentativo va comunque applaudito e apprezzato.