L'altra sera, per circa due ore e mezza, il mio corpo ventenne ha preso le vesti di una donna quarantenne. Sentendosi addosso le esperienze e la consapevolezza di quell'età, con parecchi bassi e altrettanto alti. In che modo ho vissuto questa situazione paranormale, vi starete chiedendo, andando allo spettacolo “40 e sto” di Andrea Delogu? Sabato 23 e domenica 24 si è tenuto al teatro Manzoni, a Milano, e non saprei come definirlo se non come un'esplosione di vita, musica, comicità e narrazione di una esistenza che non sempre va come ci eravamo prefissati da bambini. Andrea, in questo spettacolo, si mette a nudo raccontandoci realmente chi è lei, da dove viene, dove è cresciuta, la sua infanzia a San Patrignano, i suoi sogni, la gavetta e il suo lavoro, il matrimonio e poi il divorzio, i due din picche, la caduta nel baratro quando si è sentita sperduta e sola e poi la risalita e la nuove consapevolezza di sé, complice il fatto dell'arrivo allo scoglio dei 40, un'età in cui hai vissuto abbastanza per comprendere chi sei davvero e cosa hai combinato, ma per avere ancora abbastanza tempo per sognare è reinventarti.
Tutto, però, senza sembrare autocentrato e fine a sé stesso, facendoci un po’ guardare a ritroso nei nostri di anni e nei nostri di errori, sentendoci accolte dal racconto di qualcun'altra che non siamo noi, ma che alla fine lo potremmo pure essere. Ecco dove sta la genialità della Delogu nella sua capacità di creare empatia e sinergia con il pubblico, facendolo cantare, rendendolo partecipe e in un certo senso anche protagonista della sua di vita. Lo spettacolo è scandito in fasi di vita e ogni fase di vita è accompagnata da delle hit musicali del momento e la Delogu le canta e le balla con un'energia e un carisma pazzesco, si passa da Max Pezzali, a Ambra Angiolini, a Beyoncé con Single Ladies.
Ma la musica è solo un contorno, tutto è gestito solo e unicamente da lei che con una grandissima maestria tiene botta due ore e passa parlando incessantemente, senza personaggi secondari, senza cambi di set, lei e solo lei, con un monologo che stuzzica la riflessione ma fa anche molto molto ridere, il tutto con grande intelligenza e freschezza. Ecco che quindi le due ore passano e ti ritrovi alla fine dello spettacolo, a soffiare le candeline dei quarant'anni con lei, facendo il punto della situazione e degli anni, non essendoti accorto del tempo passato, perché le ore non sono pesate affatto. Questa è un po’ la magia del teatro ben riuscito e questo è di certo uno show ben riuscito, in piena regola, che consiglio a chiunque, donne o uomini che siate, anche a chi è un po’ fuori target come me, di andarselo a vedere, perché è bello per una sera sentirsi quarant'anni e rendersi conto che va tutto bene anche se non è andato sempre tutto bene, che posso avere quarant'anni e stare, e godermela perché tanto doveva andare così.