Al principio fu il wrestling. Sì, perché Emidio Lazzarini negli anni ’50 era un lottatore che, scontento delle calzature da ring scomode e scivolose, decise di rilevare l’attività di calzolaio del padre per creare il suo personale paio di scarpe da wrestling. A detta di un amico calciatore le stesse scomodità venivano riscontrate sul campo da calcio, quindi com’era possibile per uno sportivo performare al massimo, indossando degli scarpini di cuoio così duri? Da questa domanda nacque l’innovazione: Emidio cominciò ad utilizzare la pelle di vitello per realizzare le sue calzature, e in men che non si dica si ritrovò a produrre scarpini da calcio per tutta la squadra di Ascoli Piceno. E non solo, perché la voce arrivò fino a John Charles, detto King John, l’attaccante gallese della Juventus che, assieme a Boniperti e Sivori formava il Trio Magico, e che li volle provare a tutti i costi. Come per magia lo scarpino scomodo si trasformò in una calzatura morbida e leggera, e fu così che le scarpe di Lazzarini vennero battezzate Pantofola d’Oro.
Nel corso degli anni, tutti i più grandi calciatori vollero indossare il pregio della manifattura italiana: Yashin, Suarez e Sivori negli anni Sessanta; l’olandese Crujiff, seguito da Capello, Bettega, e Conti negli anni Settanta; qualche anno dopo approdarono anche in Brasile, sui piedi di Falcao, Dirceu e Cerezo; e per finire, negli anni Novanta, addosso - tra gli altri - a Ferrara, Mancini e Di Canio. “1990” è anche il nome del modello di punta di Pantofola d’Oro, una scarpa pensata non soltanto per i piedi degli sportivi, ma capace di esprimere il concetto di lifestyle nella maniera più propria, portando con sé tratti dello spirito impetuoso dell’hip hop, della ribellione del grunge, e di tutte le sottoculture musicali che hanno popolato il decennio a cui si ispirano.
Ma la storia di Pantofola d’Oro non si ferma agli anni Novanta. Il marchio fondato da Emidio Lazzarini è riuscita a non farsi travolgere dall’arrivo, negli anni Duemila, delle multinazionali sportive, grazie alla vision fornita da menti come Kim Williams e Massimo Ubaldi che hanno iniziato un vero e proprio processo di riposizionamento del marchio, trasformando due modelli classici della collezione di Pantofola d’Oro, parte della linea delle scarpe da calcio, in calzature casual per il tempo libero.
Con Pantofola D’Oro si può parlare di vero Made In Italy: i pellami e le suole che compongono ogni scarpa sono interamente italiani, così come la lunga fase di fabbricazione (si contano in tutto settantadue processi), le impunture e tutti gli elementi che montano la calzatura. E il risultato, oltre a vedersi, si sente.
Sì, ma nel 2021 come si può coniugare artigianalità con stile? Pantofola D’Oro ce lo spiega con la collezione A/I 2021 presentata a Pitti Uomo, dove la tradizione si fonde definitivamente con il design d’avanguardia. “Sneakerball” è una composizione di due parole che ci fa capire che il calcio può anche essere sinonimo di moda, e che uno scarpino si può trasformare nell’oggetto dei desideri più ambito degli ultimi anni: la sneaker. Ed in pratica è andata proprio così, perché dall’archivio della storica sede di Ascoli Piceno è stato recuperato lo schizzo di un modello classico di Emidio Lazzarini, con la classica maxi linguetta anni 80 rivolta verso il basso. La nuova interpretazione della silhouette vede come protagonista un effetto “imbottito” sulla tomaia, che conferisce alla scarpa il design 3D insieme alla suola Vibram. Inoltre, la linguetta è rimovibile e la tecnica Strobel garantisce un comfort e una vestibilità di massimo livello. Ma non mancano gli elementi classici che strizzano l’occhio ai modelli a calcio degli anni 80, con l’inserto laterale a colori in contrasto o ton sur ton con la tomaia.
Pantofola D’Oro punta ad elevare i propri modelli abbracciando come da tradizione il gusto e lo stile vintage, senza rinunciare alla sperimentazione attraverso tecniche innovative ed elaborate e al massimo del comfort. È così che l’azienda ascolana si riesce a distinguere nel mondo del lusso sportivo e non solo, mantenendo un’estetica sobria e un’artigianalità impeccabile.