Internet la definisce “truffatrice”. Ma adesso, Anna Sorokin, in arte Delvey, sembra essere pronta a ripulirsi la fedina penale. Come? Da vera e propria imprenditrice che aiuta i talenti emergenti. La storia della truffatrice di Soho la ricordiamo tutti, anche grazie alla serie Tv Inventing Anna su Netflix realizzata da Shonda Rhimes, che le ha fatto guadagnare ben 320.000 dollari.
Per farla molto breve. Anna per anni si spaccia per una ricca ereditiera tedesca, ingannando e derubando una buona fetta dell'alta società americana; viene arrestata nel 2017 e, nel 2019, arriva la condanna. Dopo un lungo periodo in prigione, adesso la truffatrice con la Birkin al braccio sta scontando gli ultimi anni della sua pena in un appartamento dell'East Village, vista Empire, a New York. Ma di certo, lì nella sua torre-prigione, non sta senza far nulla ed è già pronta a scrivere un nuovo capito della sua vita.
Anna Delvey, da truffatrice a imprenditrice?
Questa settimana, a New York, è in corso la fashion week e tra i grandi nomi ad apparire sui giornali è comparso anche quello di Shao Yang, giovane designer appena laureata alla Parsons. Ma perché la stampa internazionale e di settore ha deciso di dare spazio a un talento emergente? La ragione è da dare ad Anna Delvey e Kelly Cutrone, regina delle PR americane della fashion industry. Insieme hanno fondato un'agenzia di talenti pop up, chiamata OutLaw Agency. Le due, infatti, hanno organizzato il debutto in passerella della giovane creativa. E non c’è nulla di male nel farsi aiutare nell’organizzazione di una sfilata, il problema è che Anna Delvey è agli arresti domiciliari, quindi non può uscire di casa.
Se Anna non può andare alla sfilata, allora lo show lo si fa a casa sua. Una trovata geniale che ha fatto guadagnare alla Yang le prime pagine di giornali importantissimi, anche se, come era prevedibile, al centro dell’attenzione mediatica c’era l’ex galeotta e non proprio la designer. Ma spesso in comunicazione vince la legge “purché se ne parli”; e così è stato. Meno di 100 invitati, e tra i guest c’erano la fashion director e chief fashion critic del The New York Times, Vanessa Friedman (non proprio una pescata per strada, ndr), e Leah McSweeney, designer americana. Per una volta, nessun influencer in vista, per uno show low profile - ma poi nemmeno tanto, dato che alla fine è arrivata la polizia a sgomberare il tutto.
La collezione di Shao Yang e la fotografia della società contemporanea
I pochissimi ospiti hanno assistito ad una collezione genderless, dove bustier in pelle e gilet in denim si mixano a gonne asimmetriche per dare forma a silhouette fluide. Sotto un cielo piovoso illuminato da luci al neon sfilano nuances neutre: nero, bianco e grigio. E ovviamente anche la Delvey ha indossato un abito personalizzato dalla designer composto da pantaloni a spacco, corsetto in raso e blazer con spalline luccicanti.
“Sto solo cercando di creare qualcosa di positivo da questa situazione (la condanna, ndr)", ha dichiarato Anna Delvey a WWD. E così gli States sono di nuovo teatro di quel famoso sogno americano dove tutto è possibile e dove le seconde chance sembrano esistere. E anzi, dai propri errori si trae vantaggio per aiutare gli altri, guadagnandoci poi sopra. “Se avete i soldi venite da noi”, ha dichiarato Kelly Cutrone a Dazed.
La cultura del perdono non è semplice da accogliere, ma una delle tendenze della società contemporanea sembra essere quella di perdonare i ricchi fino a raggiungere quasi un consenso sociale, diventando spesso un modello da seguire suscitando ammirazione e imitazione. Mentre invece, citando Papa Francesco, “ai poveri non si perdona neppure la loro povertà”. Così, il riscatto per quella dignità perduta sembra appartenere a pochi; molti invece restano imperdonabili.