È una sera d’estate, sei in una casetta al mare presa su AirBnB, con una birra in mano ti alzi per prendere una videocassetta e far passare un paio d’ore dopo una lunga giornata sulla spiaggia. Ce n’è una bella collezione, quella che scegli è di un vecchio inserto Panorama dei primi anni Novanta, la custodia di cartone e gli angoli sbiaditi. Un ventilatore a potenza 3 fa girare l’aria, dalla finestra entra il rumore delle onde. La videocassetta è quasi una scommessa perché il registratore, così impolverato, probabilmente non veniva acceso da anni. Invece fortunatamente produce quei vecchi inequivocabili suoni di messa in moto mentre dal televisore compaiono le prime immagini.
Sei davanti a Point Break, un capolavoro in pellicola, roba di cui hanno anche provato a fare un remake senza andarci nemmeno vicino. Per forza, c’è tutto, è il film perfetto da vedere su cassetta in una notte d’estate.
La collezione Primavera Estate 2024 di Scorpion Bay ti racconta, in un attimo, un momento così questo, dominato dalla nostalgia per le cose belle, quelle che ti porti dentro per sempre. Pensi a quel film, a una vacanza così, a quella vita sospesa in un momento perfetto. Un periodo della vita in cui dal lavoro puoi ancora fuggire, perché sei abbastanza puro da renderti conto del fatto che la gente si incastra in vite complicate, piatte. A te però importa poco, hai un’esistenza da pirata da portare avanti.
I ragazzi di Scorpion Bay dicono burn the maps when you get there, brucia le mappe quando sei arrivato. È un grande messaggio: non ripeterti, piuttosto perditi. Arrivare è solo finire, smettere, in un certo senso rinunciare. Point Break ha il surf, le rapine, il paracadutismo e quello scontro tra bene e male, guardie e ladri, in cui un vero cattivo non c’è.
Scorpion Bay ricorda questo film perché ha tutto. Van Life, una delle tre quote in cui è divisa la collezione, è quel modo lì di stare al mondo, zampettando da un posto all’altro nella totale improvvisazione. Van life è dire La casa è piccola ma il giardino è grande, tanto grande che c’è anche il mare. Un’altra quota si chiama Back to the Bay: vibrazioni anni Novanta, roba da Lords of Dogtown, fit over, l’omaggio all’heritage di un brand nato in California 1987. La terza e ultima è la Army of Surf, che in inglese ti riporta ancora una volta a Point Break ma in italiano diventa l’esercito del surf di cui cantava Piotta, che ha raccontato tutta questa roba, questa sensazione, a generazioni di gente con le cuffie in testa e l’unico pensiero di continuare a ballare. Scorpion Bay funziona perché dalla West Coast alla Riviera riesce a darti sempre quell’impronta lì, quella dell’estate della vita. Un bel momento. La collezione ha quattro stili diversi: street art, col tema Spray, le stampe Rituals, i capi in stile minimal e gli artwork che omaggiano la cultura messicana, terra di confine con la California che ha visto nascere il brand.
Il film finisce con Keanu Reeves e Patrick Swayze che si salutano davanti a un’onda gigantesca. Il nastro si riavvolge, è sempre una bella storia. Girare con addosso dei pezzi Scorpion Bay ti fa tornare lì, ogni tanto, almeno un po’. Al surf, a cercare quella che loro chiamano la “Onda mas fina”.