La Procura di Caltanissetta chiede un nuovo processo per l'ex Presidente degli industriali siciliani, Antonello Montante, accusato di corruzione, truffa e traffico di influenze illecite in una seconda tranche dell'inchiesta terminata con la condanna a 14 anni per l'imprenditore. Sono tredici le persone per le quali il Procuratore aggiunto Gabriele Paci chiede il rinvio a giudizio. Oltre a Montante spiccano i nomi dell'ex direttore della Dia Arturo De Felice, dell'ex Presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, degli ex assessori regionali Linda Vancheri e Mariella Lo Bello. E ancora Maria Grazia Brandara, l'ex capo centro della Dia Giuseppe D'Agata, il poliziotto Diego Di Simone che era a capo della security di Confindustria, il poliziotto Vincenzo Savastano e l'ex capocentro Dia di Caltanissetta Gaetano Scillia. Poi ci sono Rosario Amarù, Giuseppe Catanzaro e Carmelo Turco.
Quanto sta emergendo è veramente pesantissimo, in particolare per la pervasività con la quale Montante sarebbe stato in grado di minacciare e quindi controllare alcune figure appartenenti alle istituzioni e loro nomine. In particolare uno, il presidente della Sicilia: “Evitare la diffusione di un video a contenuto sessuale che lo ritraeva in atteggiamenti intimi con ragazzini tunisini”. C’è anche questo su Rosario Crocetta nell’inchiesta della squadra mobile di Caltanissetta su Antonello Montante. Un’associazione a delinquere guidata, secondo l’accusa, dall’ex capo di Confindustria Sicilia. Crocetta ha però smentito, prima di tutto che esista un video hot che lo ritrae con minorenni: “Falsità, c'è un pregiudizio sessista”
Ma andiamo per ordine. Sul quotidiano Domani viene ricostruita l’intera inchiesta. C'è un presidente della Regione Siciliana inginocchiato ai suoi piedi. Per i soldi che ha ricevuto in campagna elettorale ma anche per altro. È Rosario Crocetta. C'è la sua segretaria nominata assessore che poi dirotta denaro pubblico agli amici. È Linda Vancheri. C'è un funzionario di polizia che non lo controlla mai quando è in transito a Fiumicino. È Vincenzo Savastano. C'è un direttore centrale della Dia che su sua sollecitazione ordina inchieste dal nulla su giornalisti «da abbattere». È Arturo De Felice. A tutti loro è stato notificato l'avviso di conclusioni indagini per un'inchiesta che scopre un sistema marcio, inchiesta tormentata dalle scorrerie di spioni, dalle ambiguità di alcuni giudici dell'antimafia, da talpe, corvi, da tentativi di depistaggio. La storia di un'“Anonima Ricatti” messa su dal Cavaliere Calogero Antonio Montante meglio conosciuto come Antonello.
Per questo, la procura di Caltanissetta ha notificato un avviso di conclusioni indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio, a 13 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione e accesso abusivo al sistema informatico. Per Montante, già condannato per gli stessi reati, si profilano nuove accuse di corruzione. Crocetta invece è indagato per corruzione in atti contrari a un dovere d'ufficio: avrebbe asservito agli interessi di Montante (che in passato aveva presieduto anche Eicma) e dei soggetti a lui legati "gli apparati dell'amministrazione regionale sottoposti, direttamente indirettamente ai suoi poteri di indirizzo vigilanza e coordinamento". Crocetta avrebbe scelto per la sua giunta gli assessori Lo Bello e Vancheri a lui indicati da Montante. Il leader di Confindustria avrebbe ricambiato finanziando la campagna elettorale 2012 della lista dell'ex governatore Il Megafono.