Il nuovo George Floyd si chiama Daunte Wright. Non sono servite a niente le migliaia di campagne di sensibilizzazione Black Lives Matter, forse nel Minnesota hanno occhi e orecchie tappate. Un normale controllo in auto trasformato ben presto in tragedia. Ancora una volta la polizia americana è protagonista di un spiacevole evento, fatto passare come al solito per incidente. Il giovane, fermato in auto per un controllo di rito, nel tentativo di inscenare un tentativo di fuga viene bloccato dagli agenti prima di poter accendere il motore. E fino a qui ci può anche stare. Quello che sconvolge è però il gesto del "very senior officer" Kim Potter, ripreso da una bodycam che, a freddo, spara un colpo di pistola al ragazzo da pochi centimetri di distanza. Il proiettile si rivelerà fatale.
La giustificazione è arrivata poi davanti ai microfoni dal capo della polizia della contea di St.Louis: “È stato un incidente, nel video si sente chiaramente l’ufficiale urlare ripetutamente la parola taser, prima di sparare”. Insomma, un colpo di pistola che doveva essere un colpo di taser. Una svista, una disattenzione, chiamatela come volete, quella della poliziotta con oltre ventisei anni di esperienza. Fatto sta che il ventenne Daunte Wright, pur sbagliando a reagire provando a liberarsi dalle manette, è morto. Imparare dai propri errori, negli Stati Uniti, è più facile a dirsi che a farsi e, soprattutto se sei nero, devi mettere in conto che può davvero succederti di tutto, anche durante un semplice controllo in auto.