Da anni costruiscono la realtà così come la conosciamo, hanno una forte influenza sociale e veicolano conoscenza, rendendo il lettore in grado di percepire il mondo presente. Nella storia dell’editoria ci sono stati diversi cambiamenti, dal giornale come strumento di persuasione onnipotente (anni ’20), agli opinion leader degli anni ’40, fino ad arrivare a internet e ai social media. E sono proprio questi ultimi due che hanno mandato in cortocircuito l’intero sistema editoriale che ha dovuto imparare a cambiare pelle e a comunicare in modo diverso. Nasce un nuovo spazio in rete, con un tono di voce diverso, un diverso scambio di contenuti e dove vi è la possibilità di interazione tra utenti. Questo ha spostato l’ago della bilancia dai mass media ai personal media, ovvero un sistema di comunicazione basato sulla libertà, che guarda più alla semplificazione del messaggio che all’approfondimento.
I blogger nel mondo della moda
Quando per la prima volta nel mondo della moda sono apparsi i blogger, oggi chiamati influencer o talent, per i giornalisti di settore è stato un vero shock. Sul mercato c’era una nuova rappresentazione del sé e una nuova strategia narrativa. I fashion magazine hanno, allora, esplorato la rete: hanno lanciato i loro siti internet, pensiamo che l’online di Vogue America è nato solo nel 2010, poi si sono serviti dei blogger in qualità di contributor e poi hanno aperto i blog di alcune firme note del settore. I confini così tra online e offline e giornalista e blogger stavano diventando sempre più sfumati, perché coloro che prima erano visti come outsider oggi sono seduti in prima fila, facendo sedere in seconda o in terza i giornalisti di settore. “Il fashion blogging è un fenomeno interessante, perché cambia l’approccio verso la moda. Non solo addetti ai lavori blasé e sempre un po' critici a commentare le sfilate, ma anche persone che sono, sicuramente, senza nessun background culturale di moda, ma senza neanche condizionamenti dovuti alla conoscenza o agli interessi”, aveva dichiarato nel 2011 Franca Sozzani, storica direttrice di Vogue Italia. Nel tempo molte cose sono cambiate e oggi l’editoria di moda sta perdendo molti lettori e quindi investimenti da parte dei brand, che si stanno allontanando sempre di più dalla vecchia informazione, o dedicano questa una piccola parte del budget, e stanno abbracciando delle strategie di comunicazione differenti che guardano sempre di più all’influencer marketing. E se da una parte questi sono sempre più corteggiati dai marchi, dall’altra cominciano ad avere un potere d’acquisto molto alto che li porta addirittura a comprare giornali e fondare gruppi editoriali.
Il caso Karlie Kloss
Questo è il caso di Karlie Kloss, top model americana, che è appena diventata CEO di i-D, magazine britannico che nasce negli Ottanta, prima sotto forma di fanzine per poi, nel tempo, diventare un punto di riferimento per i lettori moda e per professionisti del settore. Dal 2012 è parte del gruppo Vice Media, che a maggio di quest’anno, però, ha dichiarato bancarotta. La Kloss, alla notizia, ha deciso di acquistare il media tramite la Bedford Media Company, nuovissima società editoriale di cui Karlie è presidentessa. Questa non è la prima acquisizione da parte della modella nel mondo dell’editoria: infatti nel 2020 aveva acquisito la maggioranza di W, rivista di Condé Nast passata poi a Future Media, riunendo un gruppo di investitori per aggiudicarsi il magazine come parte di una joint venture chiamata W Media, di cui fanno parte anche la modella Kaia Gerber e il pilota Lewis Hamilton, che ha chiuso un deal con la digital-media holding company Bustle Digital Group per operare come partner "a supporto della tecnologia, delle vendite e delle operazioni" per il marchio.
La scalata di Kloss nel mondo dell’editoria ha acceso un’animata discussione interna sulla salute del settore. Moltissimi editori stanno vendendo magazine, di recente Grazia Italia e Icon sono stati venduti da Mondadori a Reworld Media, gruppo francese, e moltissimi gruppi editoriali, guidati da esperti manager, fanno fatica a sopravvivere. E proprio in questa grande crisi si inseriscono allora delle figure nuove, che frequentano il mondo della moda e che hanno un portafogli ricco. Diversificare gli investimenti è sicuramente una mossa strategica, in quanto consente di ridurre il livello di rischio e permette di cogliere, con maggiore probabilità, le migliori opportunità di rendimento, ma davanti a questa acquisizione e alla nascita di un nuovo gruppo editoriale, è chiaro come il mondo delle celebrità-influencer stia crescendo sempre di più e stia entrando nel mondo dell’editoria, mondo che per lungo tempo ha cercato di far sentire questi come degli outsider o semplice mannequin, nel caso delle modelle. La resa finale? Ci vorrebbe la sfera di cristallo per saperlo, ma quello che è certo è che siamo davanti a una nuovissima fase dell’editoria, che vede le influencer coinvolte ai piani alti. Nessuno è escluso. Una ibridazione di mondi, un incontro fortunato (si spera, ndr) dove ognuno porta il proprio valore ed esperienza per la rinascita dell’editoria di moda.