Flavio Briatore e la pizza, forse solamente una questione di (fruttuoso) marketing… Il Crazy Pizza, locale milanese in zona Moscova dell’imprenditore di Verzuolo, passa sotto l’attenta lente del Gambero Rosso, e il giudizio finale non è poi così lusinghiero. A provare l’esperienza nella pizzeria più chiacchierata d’Italia (famosa la polemica per la pizza con Pata Negra a 68 euro) è stato il giornalista Andrea Cuomo, che sembra non essersi contenuto nelle critiche. Una bocciatura totale, dunque. Una débâcle su tutti i fronti per Briatore, che a quanto pare è bravo “a riempire la sala di una clientela ricca e internazionale a cui non importa davvero la qualità del prodotto”, ma la sua pizza “resta in bilico tra ingredienti nobili e una fattura davvero anonima”. Il reportage del giornalista del Gambero Rosso comincia con una domanda, anzi due: “la pizza di Briatore ha cambiato Milano?”, e poi “Milano ha cambiato la pizza di Briatore?”. Le risposte sono entrambe negative, tant'è che secondo Cuomo “le due realtà si ignorano cordialmente”. Addirittura Cuomo definisce il Crazy Pizza un “locale da post shopping”, una denominazione figlia di una descrizione meticolosa del posto: “Eccoci dunque dentro Crazy Pizza milanese. Pubblico eterogeneo, maggioranza di stranieri, un sacco di borse griffate per terra a testimoniare shopping blasonati”. Comunque sia, il locale “non è brutto, all’americana”. Ma ecco che comincia a prendere vita la stroncatura definitiva...
Tutto inizia dal menu, che secondo Cuomo è un “concentrato di italianità per dummies”, tra una “senza gloria a sei euro”, una burrata e il prosciutto San Daniele. E poi ancora, una selezione “di insalate in stile internazionale, la Caesar, la Nizzarda, una Crazy Salad che sembra tanto un’insalata russa. Una serie di piatti classiconi per chi la pizza non la vuole, con scelte un po’ da fame chimica di mezzanotte”. Insomma, scrive Andrea Cuomo, “potrei essere in un ristorante italiano di Miami, ma la cosa non mi sorprende”. Ma com'è la pizza? Prima del giudizio sul prodotto principale del locale milanese di Briatore, si passa per un piccolo elenco dei prezzi, “quella con il salmone affumicato costa 31 euro (ma il pezzo raddoppia con dieci grammi di caviale Oscietra)” e “la profumata sciorina salsa di pomodoro, datterini, bufala, aglio e basilico a 24 euro”. E infine, ecco finalmente l'assaggio. Resoconto: “La pizza è molto bassa - scrive Cuomo -, senza cornicione, più romana che napoletana, leggera e digeribile, non c’è dubbio, anche se indistinguibile da una pizza qualsiasi di mille locali romani da battaglia, anche se qui gli ingredienti sono certamente di maggiore qualità. Gli ingredienti sono talora messi un po’ a caso, più allo scopo di stupire che non di convincere”. Una pizza che non parla ai cittadini, tant'è che “un milanese potrebbe venir qui solo per curiosità, per farsi un selfie o per farsi un bagno nella jacuzzi delle pizzerie”, e che “probabilmente non figurerebbe nemmeno nella 500 Top Pizza e chissà mai nei 5.000 Top Pizza”. Così il Gambero Rosso boccia definitivamente Flavio Briatore e il suo Crazy Pizza, anche se “ognuno fa il suo mestiere e si rivolge al pubblico che vuole”, e il locale a quanto pare “è sempre pieno, ci sono russi e brasiliani che vanno in visibilio quando a un certo punto le luci si abbassano, la musica si alza, e un ballerino inizia a volteggiare tra i tavoli volteggiando sopra la testa una finta pizza di tessuto. Tutti a fotografare, la pizza si fredda, ma in fondo - conclude Cuomo - a chi importa?”.