Non è certo la prima volta che il cinema o la serialità televisiva prendono spunto dal mondo dell'alta moda e dai relativi agganci alla cronaca nera. Basti pensare all'omicidio Versace, rivisto nel format (assolutamente vincente) di American Crime Story, targato FX e scritto da Scott Alexander e Larry Karaszewski. E non è certo la prima volta che Ridley Scott prende spunto da una storia vera per dirigere un film. Allora, dopo il mezzo passo falso del 2017, quando uscì Tutti i Soldi del Mondo, dove trattava il sequestro di John Paul Getty (film decisamente sfortunato, in quanto prodotto e uscito nel bel mezzo dello scandalo Kevin Spacey, che era tra i protagonisti), il regista di Blade Runner si è messo a lavoro su un'altra pagina di cronaca (nerissima) e di moda (altissima). Ovvero l'uccisione di Maurizio Gucci e i consequenziali 30 anni di un'epopea familiare. Tanto rivoluzionaria quanto oscura.
Il film in questione è tratto da The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed (La saga dei Gucci. Una storia avvincente di creatività, fascino, successo, follia) vidimato da Sara Gay Forden e scritto per il cinema da Roberto Bentivegna, italo-londinese alla sua prima firma per il grande schermo dopo anni di cortometraggi e documentari. Il cast? Di quelli grandi, grossi e già in odore di Academy Awards: la faccia strana e folgorante di Adam Driver sarà Maurizio Gucci, mentre Stefani Joanne Angelina Germanotta da Lady Gaga diventa Lady Gucci, interpretando nientemeno che Patrizia Reggiani, (ex) moglie di Maurizio e, soprattutto, la regista – ça va sans dire – dell'omicidio di Maurizio, in quanto accusata di essere la mandante, per scopi economici, dell’omicidio dell’ex marito. A completare il cast di Gucci, altri top player: Jeremy Irons, Al Pacino, Jared Leto, Jack Huston e Reeve Carney.
Ma cosa è successo la mattina del 27 marzo del 1995? Maurizio Gucci usciva dal numero 38 di Corso Venezia a Milano per entrare nella vicinissima sede della Vierse, quando venne ucciso da un uomo, tale Benedetto Ceraulo. Testimone oculare, il portiere dello stabile, Giuseppe Onorato. Dietro l’omicidio, il pendente e cospicuo vitalizio contrattuale tra Gucci e la Reggiani, la queen del jet set che nel suo chiacchierato attico a San Babila era solita ospitare la cartomante Pina Auriemma, divenuta la teste principale nelle indagine e nel successivo processo. Fu lei, infatti, ad essere intercettata telefonicamente, mettendo in luce il suo ruolo da intermediaria - al fianco di Ivano Savioni - tra la Reggiani e Ceraulo. Iniziò un tutti contro tutti, tra accuse e ricatti, che comunque portò gli accusati dietro le sbarre. Ma la Reggiani, dopo 17 anni, all'uscita dal carcere deve ricevere ben 24 milioni arretrati da quel vitalizio legalmente valido. Intanto le figlie si sono divise il patrimonio e non vogliono sborsare una lira, né riallacciare i rapporti con Patrizia. Tanto meno la mamma della Reggiani, Silvana Barbieri, che aveva letteralmente azzerato i rapporti con la figlia portandola davanti al giudice. Il motivo? La Reggiani era, secondo lei, manipolabile. Come lo era nel 1995, durante le frequentazioni la maga Pina. “Con mia madre viviamo nella stessa casa, ma non abbiamo rapporti”, raccontò la Reggiani nel 2018 a Storie Italiane, “Non credo possiamo recuperare la relazione se non attraverso gli avvocati. Credo abbia paura per me, per questo agisce in questo modo...”. Insomma, una battaglia che tutt'ora non risparmia colpi di scena, nonostante la morte della Barbieri nel 2019.
E prevedibilmente, se le riprese del film non sono ancora cominciate (per i curiosi a caccia di selfie: il set si alternerà in primavera a Milano e Firenze), sono d'altro canto ampiamente partite le rumbe polemiche, in vista di un film che, presumibilmente, riporterà l'attenzione su un caso mediatico mai del tutto assorbito e capito. Giusto lo scorso settembre, Patrizia Gucci (pronipote di Guccio, fondatore della maison), rivendicò lecitamente a mezzo stampa il suo essere “solo” Patrizia Gucci, che nulla c'entra con l'omicidio di Maurizio. “Siamo stati linciati dai media. Bisogna stare attenti a come utilizzano il mio nome, non sono né la Reggiani né Patricia (figlia di Aldo Gucci ndr.)”, ha detto la Gucci a Storie Italiane, “Recentemente, quando è stata annunciata Lady Gaga, sono uscite delle reinterpretazioni assurde della nostra vicenda sui giornali. Ci vuole cautela. Il film? Vedremo se si farà, Scott è la terza volta che lo annuncia, sono anni che vorrebbe farlo”.
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