È da poco uscito il suo singolo “Regina” e sta già scalando le classifiche italiane. Lolita, all’anagrafe Ilenia Filippo, è un’artista poliedrica che sente il bisogno di raccontare la sua creatività più intrinseca. Avvocato tirocinante, ha partecipato a X Factor e The Voice dove è stata apprezzata per la sua voce e la presenza scenica. Lolita è la Lana Del Rey italiana che vuole affermarsi e far sentir vicino tutte le persone che hanno difficoltà ad accettare se stesse. Ecco perché aveva bisogno di un’artista come Lolita, perché in un mondo di trapper, lei è la mosca bianca. Ah, ha una pistola d’oro.
Partiamo subito dal tuo singolo Regina, di cosa parla?
È una canzone che racconta un episodio che mi è capitato, prende ispirazione dalla musica urban e dai suoni britpop. È una traccia che pur non rappresentando il filone del mio pop, ci sono temi come quelli del pride che per me sono molto importanti.
Tu sei molto attaccata a queste tematiche?
In generale ho sempre avuto un’affezione particolare, non credo che nel 2021 ci siano ancora pregiudizi e stereotipi.
Cosa ne pensi del DDL Zan?
Sono assolutamente a favore, la polemica intorno è molto sterile. Sono tutele per determinate situazioni, anche se la strada è ancora lunga. È arrivato il momento in cui bisogna cambiare la percezione sociale e questi sono grandissimi passi avanti. È assolutamente necessario.
Prima X Factor, poi The Voice, adesso Lolita… cosa è successo?
A X Factor ero Ylenia, poi avevo già nella testa di diventare quello che sono adesso, ma il contesto non era adatto. Lolita è accettare me stessa, non rispondo più al canone che mi ero imposta. Mi davo dei limiti molto forti. Questo percorso mi fa esistere in tutti i sensi.
In un’intervista hai detto “Non amo le banalizzazioni o le strumentalizzazioni di temi delicati e complessi” cosa intendi?
È una cosa che mi si rivolta lo stomaco vedere le persone che sintetizzano, appunto, temi delicati con un hashtag o quattro frasi in croce. Non mi piace perché banalizza le cause, sembra si vada a convenienza. Gli artisti non dovrebbero prostituirsi in questo modo.
Però ecco Fedez si è esposto davvero…
Ma infatti non intendevo chi si è speso veramente come lui. Lo ha sviscerato, ha preso questa cosa e l’ha fatta dall’inizio alla fine. L’ha supportato veramente questo tema.
Tornando alla musica, tu hai scelto di reinterpretare Minuetto, perché?
È stato un rischio, mi sentivo legata a Mia Martini per le nostre radici e per quello che trasmetteva con la sua voce. Racconta una fragilità che sentivo che era troppo appartenente al mondo Lolita, è stato semplicemente una questione di cuore.
Tre canzoni per capire Lolita?
Allora I Kissed a Girl di Katy Perry, WestCoast di Lana Del Rey, Pity Party di Melanie Martinez
Cosa vorresti trasmettere con la tua musica?
Vorrei arrivare a tutti gli adolescenti un po’ weirdo, vorrei creare mondi e situazioni parallele che permettono di evadere con la musica.