«Rischiamo 15 anni di carcere». A lanciare un appello attraverso i social è Umberto Carriera, uno dei leader del gruppo Io Apro, che nei mesi scorsi si è reso protagonista delle riaperture di molti ristoranti e locali e della manifestazione di Roma contro i vari Dpcm anti-Covid che portò in piazza migliaia di persone e si concluse con tafferugli e cariche della polizia. In una diretta Facebook, Carriera ha risposto a chi accusa il suo movimento di essersi venduto, di essere sparito o di pensare solo al loro interesse. E lo ha fatto elencando tutte le sanzioni che gli sono state elevate in questi mesi e ha rivelato di essere indagato dalla Procura di Pesaro per diversi capi di imputazione.
L’elenco delle contestazioni è lungo e parte dal 26 ottobre scorso, fino ad arrivare al giugno di quest’anno. Prima di tutto ha segnalato i giorni di chiusura che gli sono stati imposti nei vari ristoranti di cui è titolare, nel complesso 80, per non aver rispettato le direttive che imponevano le chiusure degli esercizi commerciali. Così come le sanzioni pecuniarie, che ammonterebbero a 1300 solo per quelle che riguardano le aperture. Inoltre, altre sanzioni gli sono state elevate per il pic-nic dimostrativo a Minori (Salerno) durante il quale intervenne la polizia locale e il sindaco per farli sgombrare (400 euro) e per non aver rispettato l’ordinanza del sindaco di Pesaro nel novembre scorso, che prevedeva la circolazione pedonale a senso unico in determinati tratti del centro storico (400 euro).
Non solo, perché durante la diretta social ha ammesso anche di essere indagato – insieme agli altri fondatori di Io Apro – per diversi capi di imputazione in riferimento alla manifestazione di Roma durante la quale portarono in piazza migliaia di persone per chiedere la riapertura dei locali. Le accuse nei loro confronti sono di istigazione a delinquere (pena da 1 a 5 anni), con l’aggravante di violenza o minaccia nel corso di manifestazione (da 2 a 8 anni), per resistenza a pubblico ufficiale (da 6 a 5 anni) e per concorso formale in reato continuato (da 1 a 3 anni). Insomma, ha spiegato Carriera, “rischiamo 15 anni di carcere per aver fatto un po’ di casino senza che nessuno si sia fatto male».
Nonostante ciò, ha già annunciato che la loro protesta continuerà, visto che «si vocifera di altre chiusure». E ha concluso: ««Abbiamo manifestato in maniera pacifica, due spintoni non è violenza, solo perché volevamo lavorare. Ma dopo la vittoria dell’Europeo tutto è concesso. Il corteo autorizzato dal ministro Speranza, che ha sbagliato tutte le scelte negli ultimi due anni, ci dimostra che nessuna restrizione sarà più possibile».