“Ho sentito molto caldo, erano circa le cinque e mezza, siamo subito scappati, io e il mio assistente” ha raccontato Morgan. Il cantautore, che vive in prossimità del palazzo andato in fiamme, ha ripreso tutte le fasi della sua fuga dal fumo scaturito dall’incendio. Ora sarà la magistratura a fare luce sulle cause che hanno portato alla distruzione di un palazzo di 20 piani a Milano. Il rogo nel grattacielo noto come "Torre dei Moro" in via Antonini, alla periferia sud del capoluogo lombardo, stando a quanto riportano i vigili del fuoco è ancora in fase di spegnimento, anche se sotto controllo. Le fiamme hanno interessato la struttura esterna del palazzo, costruito dieci anni fa, ma non avrebbero intaccato la struttura centrale in cemento armato: ragione per la quale il palazzo non rischia di collassare, a differenza della struttura esterna metallica dalla quale già nel pomeriggio di ieri si erano distaccate parti e detriti ancora in fiamme.
Fortunatamente, nonostante la velocità con la quale il rogo si è propagato e la violenza delle fiamme, non ci sono state vittime, come ha riferito nella serata di ieri il sindaco Beppe Sala, presente sul posto durante le lunghe operazioni di soccorso. Una ventina di persone sono state medicate sul posto per lievi intossicazioni, anche se ovviamente resta il dramma di decine di famiglie che hanno perso tutto nel giro di poche ore. Sono 60 i nuclei familiari che erano ospitati nella torre – fra i quali anche il cantante Mahmood -, per un totale di 150 persone. Molte non erano presenti all'interno al momento del rogo. Gli sfollati che non avevano parenti o amici che potessero ospitarli hanno trovato ospitalità in alcuni alberghi cittadini.