Nelle ultime ore sta montando la polemica in merito al rientro dalle ferie di tutti quegli italiani che sono stati in vacanza all'estero, soprattutto in quei Paesi in cui stanno aumentando in modo considerevole i contagi da Coronavirus. Lamentele, insulti e chi più ne ha più ne metta verso persone che hanno scelto di passare le proprie ferie in altri Stati per varie ragioni, in primis quella economica.
Sì, perché, sebbene in molti ritenessero l'idea di sostenere l'imprenditoria locale assolutamente valida, il loro desiderio di fornire un supporto all'industria del turismo italiano si è dovuta scontrare con prezzi spesso non alla portata di tutti e con offerte provenienti da alcuni dei Paesi dell'Unione Europea, decisamente più allettanti.
Il nostro Paese, nel mese di agosto, è infatti una meta da sempre molto costosa. È questo il motivo che ha spinto tanto oggi, quanto in passato, molte persone a scegliere una località straniera per le proprie ferie, optando per Paesi in cui i prezzi degli ombrelloni, dei ristoranti e degli alberghi sono nettamente inferiori a quelli della stragrande maggioranza delle principali mete in Italia. Si tratta di valutazioni del tutto legittime che vengono fatte da ognuno in base ai propri gusti e alla propria disponibilità finanziaria.
Da diverse settimane, quindi, l'Europa è aperta. È possibile viaggiare e scegliere, perché è permesso, se andare all'estero o rimanere in Italia.
È permesso recarsi all'estero? Sì, lo è, però "usate il buon senso", viene detto. Il caro e discutibilissimo buon senso. Quello stesso buon senso che viene richiesto a chi si rechi, ad esempio, a Ibiza, o in Croazia, ma che sembra del tutto irrilevante quando le mete dei nostri concittadini sono la Puglia o Porto Cervo.
Lo scorso 31 luglio, Bob Sinclair ha riempito il Praja di Gallipoli - come potete vedere nel video diffuso da Antenna Sud e riportato qui sopra - ma nessuno si è scandalizzato. Sì, qualcuno ha condiviso queste immagini, c'è stata un po' di indignazione, ma nessun movimento d'opinione ha preso il via per contestare a quanti fossero stati in quelle zone, la possibilità che ci fossero stati dei contagi.
Basta aprire Instagram, poi, e dare un'occhiata ai contenuti pubblicati da alcune delle località più rinomate per il divertimento estivo, come Riccione. Discoteche affollate e zero mascherine.
Insomma, serate, aperitivi, assembramenti, un'estate all'insegna del "Non c'è nè Coviddi", ma sul serio! La signora Angela viene presa per i fondelli ma rispecchia la realtà dell'Italia, eppure il problema sembra essere chi è andato in spiaggia in Croazia.
In Italia, d'altronde, funziona così (e non solo per il Covid): fino a quando non ti capita la rogna, la rogna non esiste o chissenefrega.
Ci sono delle regole? Bisogna rispettarle. Non bisogna più viaggiare? Bloccate le frontiere. Le persone non rispettano la distanza di almeno un metro e non indossano le mascherine nei luoghi chiusi quando sarebbe obbligatorio? Multatele.
L'informazione non basta, la gente è addirittura stanca di sentire parlare di pandemia in televisione, servono delle metodologie rigorose che i cittadini e i locali devono poter comprendere e rispettare. Ci vogliono regole più severe per evitare una seconda ondata e un ulteriore lockdown. Probabilmente quelle attuali non bastano.
Ma se tutto è permesso, ognuno fa quello che vuole, senza paternali o giudizi che dimostrano, al solito, il nostro provincialismo. Perché la scelta di fare il tampone a tutti coloro che rientrano dopo le ferie nei Paesi a rischio è giutistissima ma sarebbe ancora più giusto se riguardasse anche chi rientra dalle località di mare italiane, dove ogni sera è una festa e dove si sciabola tutti vicini vicini brindando assieme alla faccia del Coronavisrus.