C’è un mistero (buffo) dietro Threads, il nuovo social Meta, in diretta concorrenza con Twitter (X), ora disponibile anche per l’Italia: la mancanza delle “tendenze”, che per un metasocial (che però adesso si chiama “fediverso”, ma bisognerà tornarci) sembra un nonsenso (per non dire una controtendenza che fa cacofonia). La mancanza della sezione “tendenze” è un controsenso soprattutto perché il metasocial in questione si chiama Threads e “thread” significa, più o meno, una discussione su un argomento chiamato “topic”.
I “trend topic” sono quello che una volta si chiamava “l’agenda” dell’informazione, o “la prima pagina”. Giornalisti, influencer, hater consultano continuamente le “tendenze” su Twitter-X, per sapere su cosa informarsi, su cosa scrivere, chi odiare. Nulla di nuovo sotto la calotta cranica: una volta c’erano i paparazzi, le star, gli “opinion-leader”, i reporter sul campo, e tutti gli altri che inseguivano. Adesso che molto del lavoro dei media si fa al desk, come capire cosa seguire senza la classifica dei “trend topic” e dei seguenti thread resta, appunto, un mistero (buffo). Sarebbe come avere inventato Facebook senza le “face”.
Le ipotesi sono due. Anzi tre.
1) Spendono miliardi e non sanno neanche quello che fanno (ci sembra difficile e sembra più la spiegazione di un hater).
2) I capoccia si divertono un mondo a prenderci in giro. Elon Musk ha sostituito “Twitter” con “X” ma i post si chiamano ancora “tweet” e nessuno ha mai visto una “X” cinguettare. Così Mark Zuckerberg ha pensato bene di fare “Threads” senza “thread”. (È già una spiegazione più plausibile. Se fossi un capoccia dei social farei lo stesso. Dai, lo fareste anche voi. Chi non ha sentimenti apocalittici nei confronti dei social?).
3) La democrazia sui social non ha funzionato. Senza le barriere fisiche (muri, auto blindate, bodyguard, recinzioni elettrificate, zone rosse) chiunque poteva entrare a gamba tesa sugli argomenti (topic) del giorno e dire la propria. Eliminare la classifica delle “tendenze” è come togliere la sedia da sotto il culo dell’odio facile. Odiare, su Threads, diventa più difficile. Gli argomenti del giorno, gli odiatori e tutti coloro in preda all’effetto Dunning-Kruger (distorsione cognitiva nella quale individui poco esperti in un campo tendono, proprio a causa della loro scarsa conoscenza, a sovrastimare la propria preparazione giudicandola superiore alla media) se li dovranno andare a cercare col lanternino: questo è quanto promette Threads.
Che è una maniera un po’ meno elitaria di Clubhouse (e chi se lo ricorda più) ma meno democratica di Twitter-X di intendere i social.
In America, dopo il botto iniziale - non appena chi voleva rompere le palle ha capito che su Thread è più difficile - gli utenti attivi sono assai diminuiti e il tempo che si passa sulla piattaforma è diventata assai più breve. Il che non sembra affatto un male.
Mancano anche i messaggi diretti: se vuoi parlare “direttamente” con qualcuno o lo conosci e gli telefoni o ti attacchi. E neanche questo sembra un male.