Novembre 2020. Dopo un’estate dal titolo “Baciami ancora” - che, per certi aspetti ci ha fatto sentire come in un film di Muccino: romantici, impacciati, arrapati! - con i primi freddi e la seconda ondata è arrivato anche un autunno in grado di giocarsela alla pari con quello di Winona Ryder in New York, che incontra l’uomo della sua vita e poi muore.
Città deserte, ospedali al collasso, lavoratori sul piede di guerra, fascisti facinorosi travestiti da paladini del popolo mettono a ferro e fuoco le piazze delle principali città italiane. Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere. E infatti, piove pure: è novembre, c’è il mini lockdown, l’Italia è un Risiko di regioni colorate che si fanno la guerra e la gente inizia ad accusare la covid-fatigue, lo stress da pandemia. Non andrà tutto bene; semplicemente tutto andrà. Una sensazione di impotenza diffusa serpeggia in noi e tra noi. Siamo esseri limitati e fallibili, e l’impotenza fisica è il minaccioso corollario di questa oscura consapevolezza.
Eppur tra le mutande qualcosa si muove. Eros lotta con Thanatos e del letargo non ne vuole proprio sapere; piuttosto si accontenta di swipare sperando di matchare.
Che ne sarà di noi poveri single, e degli sportivi del sesso occasionale?
Nel primo trimestre 2020 le app di incontri hanno registrato un boom su scala globale. Poi si sono fermate anche loro. Cala il PIL e crolla la libido; poi dice che i soldi non servono a scopare. Persino il CEO di Match, la big company che ha creato Tinder, Meetic e altri servizi per il dating online, teme il fallimento; e scrive una lettera agli utenti con una mano sul cuore e l’altra sul portafogli. Previsto un calo del fatturato del 300%, ci invita a restare connessi, a godere delle nuove funzionalità dell’app e a riscoprire l’amico di penna e l’ars erotica di Cyrano De Bergerac. Siamo transitati dall’era dei Pesci a quella dell’Acquario, dal binge dating allo slow dating. Che ne sarà di noi poveri single, e degli sportivi del sesso occasionale? Dice che dobbiamo accontentarci di chiacchiere e coccole con mascherina. O, in alternativa, munirci di biancheria che simula via wireless il tocco dell’amante, come Fundawear o HugShirt.
Facciamo un gioco?
Nel 2002, Emmanuele Carrère pubblica su Le Monde una lettera indirizzata alla sua compagna di allora, dal titolo Facciamo un gioco: “Voglio farti una proposta: da questo momento farai tutto quello che ti dico”, scrive Carrère per trasportare la compagna in una liaison erotica di pensieri sporchi, toccatine fugaci e crisi secretive. Nel 2004 la lettera diventa un libro pubblicato da Einaudi, oggi fuori catalogo. La sinossi però, resta servita: “Facciamo un gioco” è un esperimento di sesso contactless, particolarmente attuale in questo casto 2020. Carrère tenta in tutti modi di far eccitare la compagna, tra accelerate e sospensioni del motivetto erotico. Vorrei toccarti ma sei lontana; nascondi la faccia dietro il giornale, toccati da sola e pensami. Pensa alle cose che ti farei, a quelle che ti ho fatto e a quelle che ancora dobbiamo fare. Insomma, fai te che io non posso.
Già, le perversioni. Belli i tempi in cui si poteva andare e venire ovunque: in faccia, negli occhi, in bocca… Ora non si hanno più certezze: pare che il Covid si annidi pure nel liquido seminale, sicuramente è in tutti i fluidi biologici che normalmente si scambiano gli amanti. Preservativi e dental dam (guaina dentale per la protezione nel sesso orale) non bastano; lo dice pure la Durex che si sta autoconvincendo che il nuovo monachesimo sia un bene, se serve a perorare la causa del sesso protetto.
Peccato che la cultura contemporanea dominante, avida e promiscua, sia esattamente l’opposto dei tempi monastici che stiamo vivendo; e questo comporta inevitabilmente uno sforzo supplementare per sopravvivere alla momentanea atrofizzazione genitale.
Sostituire gli esseri umani con degli oggetti che ne riproducano le fattezze fa probabilmente parte di questo processo di adattamento. Ecco perché non stupisce il fatto che a passarsela stranamente bene, in questo periodo, oltre ad Amazon e Google, siano i produttori di sex toys e i nerd del digital sex.
Ross Dawson - autore, strategy advisor e imprenditore - lo aveva predetto: entro il 2030 grazie alla tecnologia 3D, stamperemo amanti ad immagine e somiglianza dei nostri desideri e, entro la metà del secolo, avremo sempre più coppie miste umano - robot. La robotica interseca e intercetta il mercato del sesso. I risultati di questa branca sono dei prodigi della scienza: bambole e fantocci iperrealistici dal fascino perturbante, misteriose e terrificanti entità in silicone con pattern della personalità che garantiscono un interazione dinamica tra soggetto e oggetto.
La Abyss Creations di San Marcos in California è un’azienda leader del settore che vende RealDolls, lussuosi robot sessuali prodotti dallo sforzo di una filiera complessa e ben oliata, che passa per calchi di corpi umani, raffinata manifattura seriale e artigianale e studi all’avanguardia per la programmazione e il dialogo con intelligenze artificiali. I corpi sono componibili: si può scegliere, ad esempio, fra undici differenti forme di vulve, cinque taglie di peni e ben cinquantadue tipologie di capezzoli; ma opzionabili sono anche occhi, bocca, capelli e tonalità di pelle. Il fondatore della Abyss Creations si chiama Matt McMullen, e ha lavorato negli ultimi anni alla realizzazione del primo robot sessuale al mondo dotato di intelligenza artificiale: una real doll provvista di rete neurale a cui è stato dato il nome di Harmony.
Harmony è collegata ad un’applicazione installabile sullo smartphone: l’utente può scegliere connotati e tratti caratteriali. Sexy, funny, insecure, smart, kind, jealous, angry: la sua personalità sarà il frutto di questa selezione. Per la prima volta la compagnia dell’”altro” diventa, a tutti gli effetti, un’esperienza personalizzabile. Esemplari sanificabili e immuni sembrano essere una valida alternativa al sexting, e alle app per l’onanismo e il sesso a distanza.
Dalla ricerca del punto G, alla scoperta del 5G
Androidi sessuali, teledildonica, VR, sex augmentation, porno gaming dovrebbero portare un valore aggiunto alla sessualità ed insegnarci a stare meglio con noi stessi e con l’altro; ma in uno scenario in cui i contatti interpersonali saranno sempre più complicati, se non addirittura impediti dall’alto, il rischio di semplificare e di far apparire come buoni e giusti costumi e tendenze che meriterebbero uno spazio di riflessione più approfondito è altissimo. Questi aggeggi potrebbero modificare irreversibilmente il nostro modo di relazionarci, e alterare la percezione del corpo sociale per far fronte a fenomeni di isolamento e distanziamento coatto.
Real doll sanificabili e immuni sembrano essere una valida alternativa al sexting
Roberta Rossi, sessuologa e psicoterapeuta dell’Istituto di Sessuologia Clinica avverte: la sessualità ha delle ricadute importanti sulla salute pubblica più generale. Si insiste sull’astinenza dall’occasionale, sul circoscrivere e limitare i rapporti a una cerchia di partner di cui sia possibile tracciare abitudini e contatti ma, nei fatti, il terrorismo psicologico che accompagna il sesso ai tempi del Covid si traduce in un aumento di divorzi, separazioni e relazioni abusive; in un incremento del porn-revenge; in una diminuzione dei baci (-20%) anche tra le coppie stabili; nell’inoccupazione di escort e professionisti del sesso a pagamento; in un preoccupante crollo della libido e dei neurotrasmettori del benessere tra i single.
Cinque milioni di famiglie mononucleari (leggi single incazzati) potrebbero anche loro scendere in piazza a protestare: fuori il Covid dalle nostre mutande! Ma per fortuna c’è PornHub che li trattiene in casa con una comunicazione che raggiunge punte altissime. Si inizia dal proverbiale lavaggio delle mani oggetto della mini serie “The cleanest porn ever”, in cui vari talent ci illustrano dalle loro case come farlo bene. Si passa dall’appello a restare a casa, usufruendo di sconti massicci sull’abbonamento premium alla piattaforma; si arriva, cavalcando i trend di mercato, al lancio di una nuova linea di sex toys brandizzati con un commercial tutto da ridere - “Not my Job” - sulle perversioni della masturbazione domestica e del furniture sex (sesso con complementi d’arredo).
Quindi che fare?
Insomma, al grido di “ognun per sé e il Covid per tutti”, non ci resta che rispolverare le abilità manuali, la fantasia, i foreplay, i frustini e le manette - ottima alternativa a contatti pelle su pelle. In fondo sono tempi sado-masochistici. E mentre aspettiamo di capire quale sia il reale impatto dell’epidemia sulla nostra sessualità, facciamo tutti come Julia Roberts: mangiamo e preghiamo. E basta. Che nessun Javier Bardem arriverà a salvarci.
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