Non si placano le difficoltà logistiche della campagna vaccinale in Lombardia. Continuano ad essere numerose le code di anziani fuori dagli hub sanitari che, in attesa della somministrazione della prima dose, inevitabilmente si sono accalcati generando assembramenti. Il tempo poi non ha neanche aiutato le lunghe attese, il freddo glaciale dell’ultimo periodo è stato terribile causando anche malori agli over 80 in fila.
Nonostante la soddisfazione della vicepresidente della regione Lombardia Letizia Moratti per il lancio della campagna, la situazione è pressoché rimasta invariata anche a distanza di giorni dai primi pensionati assistiti. Come ci ha infatti raccontato una nostra lettrice, la sua esperienza in un centro vaccinale lombardo ha toccato molti momenti tragicomici: “Appena arrivata ho capito che per vaccinarmi avrei dovuto aspettare molto più del dovuto, ma non mi aspettavo di aspettare così tanto tempo”.
Il sollievo per l’appuntamento anticipato di qualche giorno si è così trasformato in pochissimo tempo in profondo sconforto già dai primi momenti dal suo arrivo, quando si è resa conto della spropositata quantità di persone in fila di fronte a lei. “Eravamo inizialmente tantissimi in piedi ad aspettare il nostro turno, tutti avevamo l’appuntamento allo stesso orario – ci ha raccontato al telefono – Non è stata una situazione per niente facile, anche se devo dire che tutto il personale sanitario è stato veramente cordiale e molto gentile”.
Un’operazione di una manciata di minuti diventata una vera e propria Odissea con oltre tre ore di attesa, passate da una stanza all’altra per gli accertamenti di rito. Prima l’estenuante coda per gli accertamenti anagrafici, poi a sedere per un’altra ora abbondante, per un secondo check. Finalmente poi il momento della puntura che ha, di fatto, terminato la giornata. “Anche quando sono uscita la situazione era la stessa, oltre tre ore per fare un vaccino francamente mi sembrano troppe – ci ha detto la nostra lettrice - So che a Londra per fare AstraZeneca ci è voluto un quarto d’ora, qua invece code pazzesche”.
Resta però lo sconforto per il lungo tempo trascorso all’interno del presidio in luoghi completamente sovraffollati: “Non siamo bambini è davvero un rischio per la nostra salute aspettare così tanto per un vaccino – conclude così la nostra lettrice – Mi hanno detto che nei giorni scorsi la situazione non era come quella di oggi (ieri nda), magari potrebbero prendere meno appuntamenti per un singolo giorno”. Scene di questo tipo fanno riflettere sulla condizione in cui vengono somministrati i vaccini, sovraffollare i presidi sanitari per velocizzare il numero dei vaccinati mette in pericolo la salute stessa dei pazienti che, pur indossando tutti i dispositivi di protezione, rischiano forse di più in quelle infinite ore di attesa che in altre circostanze.