Siamo stati ad Anversa, all’inaugurazione del terzo club europeo Lynk & Co, il brand che promette di rivoluzionare la mobilità worldwide. Unici rappresentanti della delegazione italiana, nell’hub troviamo ad accoglierci un’ex caserma dei pompieri reinventata con colori sgargianti (il bagno è verde fluo illuminato da scimmie-lampadario), design urban e una gigantesca mano gialla - simbolo della città per via di una secolare leggenda fiamminga che oggi ricorderebbe molto vicino una storia alla Game of Thrones - sospesa su una parete, giusto di fianco alla zona dj set. Con noi, un nutrito manipolo di giornalisti internazionali, soprattutto olandesi e svedesi. Non a caso, Lynk & Co ha già messo radici ad Amsterdam e Götenburg con un club per città. Club che sta per diffondersi a livello europeo con le prossime aperture di Berlino, Barcellona, Parigi e, naturalmente, Milano. Nel giardino pensile del piano superiore, con amache più morbide di una nuvola, è Alain Visser, citato da Forbes come uno dei CMO più influenti al mondo, a parlarci per primo della rivoluzione di cui Lynk & Co, di cui è Head, si fa apripista e orgogliosa portabandiera.
Alain, una vita passata nel settore automotive finché non ha deciso di improntarvi personalmente le proprie regole, ci dice che Lynk & Co si presenta innanzitutto come un’opportunità: quella di avere a disposizione, in abbonamento tramite membership, una macchina performante, tecnologicamente avanzata e totalmente ibrida. Per 500 euro al mese. Praticamente un modello á la Netflix, solo che il film da guardare resta a discrezione del guidatore a seconda dei luoghi che decide di visitare per riempirsi lo schermo, pardon, il parabrezza (o il tettuccio panoramico, visto che tutti gli extra sono di serie). Superato il modello di leasing, Alain, il “Change Wizard” della company, ci parla di una partnership innovativa con i propri clienti iscritti, da sottoscrivere o eventualmente disdire in un click, anzi con un rapido tap su smartphone. Flessibilità e rispetto per l’ambiente sono due dei leit motiv principali che ispirano l’azienda in quella che Visser non stenta a chiamare "rivoluzione". Ed è qui che ci mostra orgogliosamente il modello 01, disponibile in nero o in blu, che presto, “touching wood” (equivalente inglese di “toccando ferro”) vedremo dilagare anche per le strade italiane come già sta accadendo in quelle delle principali città del nostro continente. La 01 è infatti il primo modello lanciato sul mercato europeo e si può scegliere tra la versione ibrida plug-in (PHEV) - 35mila euro per l’acquisto - oppure elettrica ibrida (HEV) - 41mila euro per l’acquisto.
È qui che interviene David Green, Head of Commerce Lynk & Co, soprannominato “IT Wizard”. Squisitamente british, anche se al mattino beve caffè al posto del tè, guida l’innovation team dell’azienda e ci spiega l’importanza dell’innovazione all’interno della company come per il mondo intero. Partiamo dai fatti: le macchine di proprietà, a livello mondiale, vengono utilizzate per il 4 % del tempo annuo. “C’è un 96 % di troppo”, sottolinea David, che spiega così il successo europeo di Lynk & Co e parla di futuro usando solo tempi verbali al presente indicativo. Apertissimo a ogni tipo di stimolo e suggerimento anche, se non soprattutto, da parte dei clienti che possono inviare richieste al suo team, parla come qualunque vero innovatore dovrebbe: “Non esistono idee stupide. Anzi, ogni innovazione quando viene pronunciata per la prima volta nell’ambito di una riunione suona folle. Ed è proprio lì che sta la scintilla. Noi non partiamo mai dal presupposto che qualcosa possa essere stupido perché se è stato pensato, quindi proviene da un bisogno, un’esigenza. Ascoltiamo tutti con grande attenzione per poter garantire il servizio migliore possibile”. Supponiamo si tratti di un mostruoso lavoro di ricerca ma anche di un’attività piuttosto divertente e David ce lo conferma con un piccolo aneddoto: “La cosa più assurda che ci è stata richiesta? Aggiungere un segnalatore di mucche tra gli extra di serie della 01”. Con buona pace degli autovelox.
La 01 sta già facendo parlare di se non solo tra i clienti europei ma anche nell’ambito dei premi più prestigiosi a livello automotive: oltre alla vittoria dei MUSE Design Awards 2021, la macchina che Visser ritiene “un unicum nel mercato globale” ha trionfato anche agli ultimi Marie Claire UK Sustainability Awards. La sostenibilità è infatti uno dei punti cardine di Lynk & Co: oltre al motore ibrido, la 01 è la prima auto al mondo con sedili ECONYL®, un materiale prodotto da reti da pesca riciclate e altri materiali di scarto. E poi c’è lo sharing: esiste infatti anche la possibilità di sottoscrivere una membership gratuita e prendere in prestito un veicolo da altri membri, pagando solo per i chilometri percorsi. Questo, evidentemente, consentirebbe una sensibile riduzione del numero totale delle macchine che occupano le strade e avrebbe come conseguenza il raggiungimento del Sacro Graal per ogni guidatore: meno traffico, più parcheggi. Una piattaforma di condivisione rende inoltre più agevole la gestione delle prenotazioni creando, potenzialmente, una vera e propria community di utenti, chiave digitale alla mano (su smartphone).
In Europa ci sono, dunque, un mago del cambiamento e un mago dell’informatica che vogliono trasformare il mondo dell’automotive con la magia dell’innovazione. In Italia, praticamente senza una vera e propria comunicazione (che presto arriverà), contano già migliaia di membri mesmerizzati dal futuro al tempo presente. Con l’apertura del club di Milano, prevista prossimamente, anche le strade di casa nostra avranno tutte le carte in regola per diventare più sostenibili (e meno intasate). Noi un giro sulla 01 l’abbiamo fatto e, ora come ora, ci resta un unico interrogativo: l’Italia si unirà alla rivoluzione?