Dell’ipotesi Silvio Berlusconi al Colle se ne parla da circa una settimana. Più precisamente, da quando Matteo Salvini ha detto la sua sulla possibilità di un Cavaliere come Presidente della Repubblica a Non è l’Arena di Massimo Giletti. Specificando in ogni caso come la cosa non fosse mai stata discussa ufficialmente, il leader della Lega ha risposto a una domanda diretta del conduttore: “Per la Lega Berlusconi è candidato a Presidente della Repubblica?”
“Se mi chiede il mio parere personale – ha replicato Salvini – dico di sì, secondo me può ambire al Quirinale. Se mi chiede se facciamo le riunioni per parlare di questa possibilità, le dico di no”.
Più che un’ipotesi concreta un’opinione quindi, ma in arrivo da una figura politica di peso. Tanto basta per dare avvio a una serie di discussioni intorno alla possibilità e ai risvolti che sarebbe in grado di innescare. Un clima di discussione che non piace affatto al giornalista del Fatto Quotidiano Massimo Fini, durissimo nel commentare sulle colonne del cartaceo odierno quella che sperava fosse “una boutade”, ma che si sta invece “trasformando in realtà”. Per Fini sarebbe addirittura meglio avere Vallanzasca piuttosto che Berlusconi al Colle, in quanto quest’ultimo – che, ricordiamo, è un criminale che sconta attualmente quattro ergastoli per un totale di 295 anni di reclusione – “oltre a essere molto più simpatico di Berlusconi, è perlomeno un bandito leale che ha sempre ammesso le sue responsabilità, mentre l’altro non solo le ha negate anche quando erano sancite da una condanna definitiva, ma ha cercato di sfuggirvi con i mezzi più sleali, usando le sue televisioni, quelle pubbliche a lui soggette, i propri giornali e facendosi leggi ad personam”.
La perplessità espressa da Fini risiede soprattutto nel fatto che non abbia riscontrato né grossa contrarietà né indignazione di fronte a una simile possibilità. Questo perché – prosegue il giornalista – il Cavaliere è stato in grado di “prenderci per sfinimento”, mentre in passato i cosiddetti “girotondi” di protesta erano all’ordine del giorno; e Fini precisa: “Io ho partecipato a tutti”.
Perché non andrebbe bene un Berlusconi presidente della Repubblica? Pochi dubbi per Fini, che fa notare come il tutto lo potrebbe riassumere in sole tre parole: “pregiudicato, plurindagato, pluriprescritto”. Il Cavaliere al Colle andrebbe ad attivare un unicum della storia democratica e non per il giornalista del Fatto:
“Credo che mai nella storia dei Paesi democratici e non democratici, ma azzarderei dire nella storia del mondo, sia salito alla massima carica dello Stato un delinquente di diritto comune. Certo, al potere ci sono stati criminali molto peggiori di Silvio Berlusconi, Stalin, Hitler o, per rimanere all’oggi, Erdogan e il generale tagliagole al-Sisi, ma costoro sono responsabili di crimini politici, non di reati di diritto comune”.