“Silvio promette e non mantiene mai”. Sono le dichiarazioni dell’ex olgettina Barbara Guerra, intervistata dal Fatto Quotidiano in merito all’inchiesta sulla presunta corruzione di testimoni del processo Ruby da parte di Berlusconi con il supporto di figure a lui vicine, tra le quali il “ragioniere” Giuseppe Spinelli, ma non solo. Guerra si sente tradita, “raggirata”, anche se di fatto al momento sta vivendo in una delle ville di Bernareggio del Cavaliere, che vale 1 milione di euro ed completamente spesata – dice – per quel che riguarda i costi delle utenze (“Silvio mi ospita, è casa sua e paga tutto lui”).
Ma non erano questi i patti – sottolinea – visto che era il lontano 2015 quando il Cavaliere le aveva promesso di intestarle la casa, circostanza poi mai avvenuta, tanto che racconta di essere tuttora “abusiva”. Ma questi aspetti – così come molti altri – promette di raccontarli tutti, con dovizie di dettagli, il prossimo 21 dicembre, nell’ambito del processo Ruby Ter che si occupa proprio di fare luce sulle possibili “influenze” economiche che il Cavaliere avrebbe cercato di intraprendere su numerosi testimoni del processo Ruby.
Sempre riconosciute da Berlusconi come cifre che rappresentavano “un indennizzo per il danno d'immagine recato alle ragazze dal clamore dell'inchiesta”, risultano quantomai sospette e al centro della vicenda quelle operazioni di accrediti bancari rilevate dalla Procura di Milano e quantificabili in diversi milioni di euro, tra ragazze protagoniste e altri coinvolti. Tra questi il noto cantante spalla di Silvio, Mariano Apicella. In evidenza – nota la procura – soprattutto quei 7 milioni di euro a Ruby (Karima El Mahroug), quei 160mila euro al pianista delle “cene eleganti” Danilo Mariani così come quei 157mila euro a Mariano Apicella. Tutte transazioni gestite dal “ragioniere” Giuseppe Spinelli secondo la procura milanese.
Cifre elevate ma comunque per nulla sufficienti secondo Guerra, che evidenzia rammaricata come ricevesse solo 2.500 euro al mese nel periodo olgettine: “una miseria”, dice. Poi 25mila euro di liquidazione nel 2015 e più nulla, se si esclude l’enorme villa in cui tuttora vive. Tanto che l’insoddisfazione diventa aspetto comune e comunitario negli anni a venire: “C’era la fila davanti al cancello di Arcore, eravamo tutte lì”, racconta al Fatto Quotidiano.
Eppure resta ferma su un punto, Barbara: nessun tentativo di ricatto, la sua rabbia è solo frutto di accordi non rispettati, promesse non mantenute, raggiri e forzature psicologiche che prova a denunciare da tempo senza successo: “Ho provato più volte a denunciarlo per violenza e maltrattamenti psicologici, ma nessun carabiniere ha voluto verbalizzare nulla.” Restano però, quelle sì, le pressioni delle figure vicine al cavaliere, che l’hanno spinta – dice – a ritirare la costituzione di parte civile in un processo contro Nicole Minetti.
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