Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo all’università di Pavia, ha “scomunicato” chi non si vaccina, con delle affermazioni forti e perlomeno discutibili su vari piani: “Non si invochi la libertà – ha detto – per sottrarsi alla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui”. Poi Mattarella ha aggiunto: “Chi pretende di non vaccinarsi e comunque di svolgere vita normale, frequentando luoghi condivisi, di lavoro, di intrattenimento, di svago, in realtà costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà, a rinunziare a prospettive di normalità di vita”.
Dichiarazioni che non solo avrebbero fatto sobbalzare Tocqueville in tema di tirannia della maggioranza, ma che paiono in netta contraddizione con quelle di una figura più contemporanea e generalmente apprezzata, quella di... Sergio Mattarella. Un caso di omonimia? No. Lo stesso Mattarella, sempre nel ruolo di presidente della Repubblica, non più tardi di un paio di anni fa aveva infatti pronunciato le seguenti sagge parole: “La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva”.
E Mattarella a quanto pare non contraddice solo sé stesso. Con il massimo rispetto per la massima carica dello Stato (sempre sia lodata), il presidente sembrerebbe contraddire anche la logica, perché ormai è risaputo che nel caso del Covid il vaccino è principalmente (se non esclusivamente) un’eventuale arma per sé stessi, non per gli altri. La retorica dell’untore non ha basi scientifiche, perché è dimostrato che anche i vaccinati possono contagiare, tant’è che l’essere vaccinati non esenta dal portare la mascherina al chiuso né dalle norme antiassembramento, tra le altre cose. In ogni caso, se i vaccini funzionano, i vaccinati non dovrebbero avere nulla da temere dall’incontro (peraltro non intimo e di norma mascherato) con un non vaccinato. Dunque o i vaccini (al netto dei vari effetti avversi) non funzionano, o le affermazioni di Mattarella, come quelle del recente passato di Draghi e altri, non hanno fondamento. In entrambi i casi, la cosa pare preoccupante.
È pare tanto più preoccupante considerando che la Costituzione, di cui il presidente della Repubblica è massimo garante, all’articolo 32 recita: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
E non ha base giuridica né morale criminalizzare chi non si vaccina in assenza di obbligo vaccinale, un obbligo che peraltro proprio per l’articolo 32 della Costituzione e per altri aspetti sarebbe discutibile proprio sul piano giuridico, oltre che etico. Se non c’è l’obbligo (per quanto di fatto già surrettiziamente imposto con il Green Pass, con cui si forza la vaccinazione ma senza farsi carico degli eventuali effetti avversi della vaccinazione), chi non si vaccina non sta violando alcuna norma, ma, appunto, sta esercitando la propria legittima libertà, pagando peraltro già costi elevatissimi (e non necessariamente giustificati) sul piano sociale e della qualità di vita.
In tutto questo, un anno fa (e il trend si conferma da diverse settimane) senza alcun vaccinato c’erano 121 persone in terapia intensiva e 16 morti giornalieri per Covid, ora con il 62,1% di vaccinati (dei quali vanno aggiunte le reazioni avverse a volte gravi quando non fatali) con due dosi ci sono 572 terapie intensive e 49 morti giornalieri (tra cui molti vaccinati: soprattutto nella fascia over 80, i morti vaccinati e non vaccinati sostanzialmente si equivalgono). Il tutto ricordando che di morti giornalieri di cancro, per esempio, ce ne sono dieci volte di più, circa 500, destinati verosimilmente a crescere visto quanto a causa del Covid si stia trascurando la prevenzione delle malattie ordinarie.
Gli ultimi dati ufficiali dalla Gran Bretagna, poi, parlano di molti più morti tra i vaccinati con doppia dose che non tra i non vaccinati, più del doppio tra l’1 febbraio e il 29 agosto, 1.091 contro 536, con tasso di letalità della variante Delta apparentemente di gran lunga superiore tra i primi (che, analogamente, ai vaccinati con doppia dose italiani, sono circa il 63% del totale). Alla faccia di chi dalle nostre parti continua a ripetere che con il vaccino ci si può ammalare ma in forma più lieve e senza morire e nemmeno finire all’ospedale.
Mattarella nel suo discorso ha aggiunto anche altro, condannando le “espressioni di violenza e minacce che affiorano in questo periodo”. Il presidente ha fatto riferimento a quelle nei confronti di medici, scienziati, giornalisti e persone delle istituzioni. Condanna giusta, ma allo stesso modo sarebbero da condannare analoghe espressioni da parte di medici, scienziati, giornalisti e persone delle istituzioni nei confronti di chi per qualche ragione non è convinto dell’opportunità di vaccinarsi o, anche da vaccinato, dell’opportunità di prevedere o estendere il Green Pass o altre misure discriminatorie.
Il clima è incandescente, lo scontro è esasperato anche per colpa di coloro che ora si lamentano perché sono minacciati e di certo le molte uscite da parte di figure teoricamente guida della società che equiparano tutti i “No vax” e i “No pass” a dei criminali non aiutano, anzi. Tra i tanti, troppi esempi, quello fresco del direttore di Domani che mette sullo stesso piano non vaccinati ed evasori fiscali (ma invoca a eliminare solo i primi dalla vita civile: sì, Stefano Feltri, scrive proprio così)…
… e quello da antologia con cui il socialvirologo Roberto Burioni paragona chi non si vaccina a un sorcio da mettere agli arresti domiciliari.