Per Marco Travaglio il presidente del Consiglio Mario Draghi “è un figlio di papà” che “non capisce un cazzo. Né di giustizia, né di sociale, né di sanità”: lo ha detto alla festa di Articolo Uno, il partitino che ha come segretario il ministro della salute Roberto Speranza e tra gli aderenti Pierluigi Bersani, scatenando una serie di reazioni indignate. Reazioni che però si sono focalizzate solo sulla prima parte, quella della situazione familiare del premier, che, è stato sottolineato, ha perso il padre quando era ancora minorenne, e dopo qualche anno anche la madre.
Travaglio ha fatto partire l’attacco mentre stava difendendo Giuseppe Conte e il Governo precedente: “Non li hanno mandati via – ha detto il direttore dal Fatto – per i loro errori, li hanno mandati via per i loro meriti. E hanno messo al loro posto l’esatta antitesi, che è un figlio di papà, un curriculum ambulante, uno che visto che ha fatto bene il banchiere europeo ci hanno raccontato che quindi è competente anche in materia di sanità, di giustizia, di vaccini eccetera, mentre mi spiace dirlo: non capisce un cazzo. Né di giustizia, né di sociale, né di sanità. Mi dispiace dirlo. Capisce di finanza, ma non esiste l’onniscienza o la scienza infusa. E non ha neanche l’umiltà, perché a furia di leggere che è competente su tutti i rami dello scibile umano…”
Nel momento dell’attacco a Draghi dalla platea sono partiti risate e applausi, situazione che ha imbarazzato Speranza, che successivamente (per alcuni tardivamente” si è dissociato: "L'uscita di Marco Travaglio su Mario Draghi è infelice e non rappresenta certo il punto di vista di Articolo Uno, che sostiene convintamente la sua azione di governo", la dichiarazione del ministro-segretario.
Ministro di cui la Lega, attraverso il vicesegretario Lorenzo Fontana, chiede le dimissioni: “La presa di distanze di speranza dai pesantissimi insulti rivolti da Travaglio a Draghi è quasi peggio degli insulti stessi. Per non perdere la poltrona, speranza ha bollato come “infelici” le parole di Travaglio. Infelici anche gli applausi a scena aperta dei suoi compagni che lo ascoltavano. Domandiamo a Speranza che senso abbia stare al governo se i suoi applaudono convinti agli insulti del direttore del Fatto. Si dimetta”.
Attacchi a Travaglio sono arrivate da parte del Pd, da Carlo Calenda (Azione) ma soprattutto dai renziani, come Davide Faraone.
Il messaggio più duro è arrivato da Matteo Renzi stesso, uno dei bersagli preferiti del Fatto: “Le parole offensive e deliranti di Marco Travaglio su Draghi – orfano di padre all’età di 15 anni – dimostrano come il direttore del Fatto Quotidiano sia semplicemente un uomo vergognoso. Stupisce che ancora venga pagato per insultare tutti a reti unificate. Solidarietà al presidente Draghi”.
Tutti a concentrarsi sulla storia familiare di Draghi, ma – aspetto perlomeno curioso – nessuno finora si è preoccupato di rispondere nel merito alle critiche di Travaglio sulle competenze specifiche di Draghi, oggettivamente la parte principale del suo intervento. Critiche sono arrivate anche nei confronti di colei che sul palco ha intervistato il direttore del Fatto, Chiara Geloni, che su Twitter ha risposto: “Alle feste di partito, soprattutto se le intitoli #quellocheciunisce, inviti anche persone che non la pensano del tutto come te. Altrimenti sapevi già la risposta. […] Al pubblico non viene chiesta la tessera di Articolo Uno all'ingresso e il pubblico applaude chi vuole e quando vuole. Aggiungo, il pubblico viene o non viene. Ieri c'era tantissima gente. Può anche capitare di usare un'espressione infelice, ma «figlio di papà» non è un commento sul padre della persona di cui si parla, e il contesto in cui è stata detta era una riflessione sull'origine sociale e familiare dei due premier, Conte e Draghi. Travaglio non ha detto «Draghi non capisce un cazzo» ma che a suo giudizio Draghi è competente di finanza ma non capisce un cazzo né di giustizia né di vaccini. Io di giustizia non capisco (un cazzo), ma qualcosa di comunicazione sì, e penso che la comunicazione di Draghi e del suo plenipotenziario Figliuolo sui vaccini sia poco chiara e poco efficace. Chi mi legge lo sa. È ancora legittimo avere questa opinione in Italia”.
Solidarietà a Chiara Geloni è arrivata tra gli altri da Luca Telese, che ha sottolineato come (ancora) non esista il reato di lesa maestà.
Sorprendente solidarietà a Travaglio, poi, è arrivata da un personaggio che in questo periodo si sta smarcando dall’ortodossia, Elio Vito di Forza Italia. Chissà che ne pensa Silvio Berlusconi...