I difensori titolari della nazionale hanno annullato i vari Lukaku e Sterling, figuriamoci se potevano farsi mettere sotto dal ministro Speranza, colui che nel suo leggendario libro "Perché guariremo" scriveva “Sono nervoso al pensiero di qualsiasi aggregazione di più di due persone, mi turba persino veder passare le automobili per strada”. Chiellini e Bonucci infatti hanno condotto e vinto la trattativa con il Governo per avere il carosello in pullman con la coppa tra la gente a Roma dopo la vittoria di Euro2020. Una trattativa serrata. Dagospia riferisce di uno scazzo tra il capitano e il ministro: “Ieri c’è mancato poco che saltasse la festa degli azzurri a Palazzo Chigi. Per tutta la giornata Roberto Speranza ha rimbalzato la richiesta della nazionale di noleggiare un pullman scoperto per festeggiare la vittoria agli europei. Il ministero aveva paura che un pullman scoperto favorisse nuovi assembramenti in città (come dargli torto!). Il braccio di ferro è stato così intenso che a un certo punto Chiellini ha perso le staffe: «O ci concedete il permesso, oppure non veniamo». È dovuta arrivare la tirata d’orecchie di SuperMario al suo ministro per convincerlo ad accettare la richiesta”.
Nemmeno il tempo di esultare, ed ecco che riparte la macchina del terrorismo sul coronavirus. In prima linea il Fatto, che, dopo aver dedicato ampio spazio a un articolo in cui Massimo Fini si augurava la sconfitta dell’Italia (tra le altre cose perché è un “Paese di corrotti, a tutti i livelli” e perché “Draghi si approprierebbe della vittoria”), nelle prime due pagine segna una formidabile doppietta titolistica: “Notti magiche inseguendo il Covid” e “Siam pronti alla morte”. Evviva.
“Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò. Una festa di popolo per celebrare una vittoria sportiva – si legge nel pezzo – si trasforma in un delirio collettivo di violenze mentre la variante Delta del Sarscov2 dilaga da Londra a Barcellona, e chissà (una virgola presente in questo punto nell’articolo del Fatto è stata misericordiosamente tolta, ndr) fra qualche giorno come sarà la situazione di contagi e ospedalizzazioni in Italia viste le scene della notte e di ieri attorno all’autobus scoperto della Nazionale di calcio in trionfo per le strade di Roma”. Una catastrofe.
E ancora: “Il pullman azzurro procedeva a passo d’uomo per farsi largo tra la folla festante, distanziamento inesistente, pochissime mascherine ben indossate. Come se il Covid fosse solo un lontano ricordo. E alla fine viene tirato fuori anche un autobus scoperto, già bello e pronto, ovviamente azzurro che, nonostante in un primo momento fosse vietato, ha percorso le strade di Roma con i calciatori a esibire la Coppa Europa per nazioni”. Un oltraggio.
“Le immagini dei festeggiamenti in Italia già dalla notte precedente sono state trasmesse in tutto il mondo e la prima bacchettata è arrivata da Maria van Kerkhove, responsabile dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’emergenza Covid-19: «È un devastante contagio in diretta tv. E dovrei divertirmi a guardare il contagio avvenire davanti ai miei occhi? La variante Delta non si ferma per una partita di calcio»”. La signora non si diverte e quindi tutti a casa.
“Passa solo qualche ora e l’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie, emette una nota ufficiale: «Dall’inizio del campionato europeo di calcio all’8 luglio scorso ci sono stati 2.535 casi di Covid riconducibili direttamente alla partecipazione alle partite di Euro2020». Si tratta di dati parziali”. Esatto, parziali. Perché come al solito non si dice quante tra queste persone stiano male veramente e quante siano solo “positive” (tra l’altro sarebbe interessante sapere su quali basi abbiano deciso che il virus sia stato contratto nell’ambito dell’evento e non in un’altra circostanza: aveva la bandiera o la trombetta?).
Immancabile l’intervento del virologo Massimo Galli, che, sentenzia il Fatto, “chiude i giochi: «La gioia per la vittoria degli azzurri è condivisa e condivisibile, ma il fatto che strillarsi addosso in moltitudine aumenti il rischio di trasmettere l’infezione da coronavirus è un assioma. Auguriamoci che ci vada il meglio possibile, contando sul fatto che a festeggiare in piazza sono stati soprattutto i giovani i quali, in genere, hanno meno rischi di malattia grave. Comunque l’incubazione di questa infezione è abbastanza breve e in capo a una settimana, dieci giorni al massimo, vedremo gli effetti sui contagi”. È partito il conto alla rovescia. Siamo spacciati.
Guai a vivere anche solo per qualche ora. Guai ad avere un minimo afflato di gioia. Non importa che molti siano vaccinati (dunque i vaccini non funzionano?), non importa che i contagi all’aperto siano ritenuti praticamente impossibili, non importa che in casi analoghi e in periodi molto più critici (vedi morte di Maradona e scudetto dell’Inter) non ci siano state conseguenze apprezzabili dagli “assembramenti”, non importa che le ospedalizzazioni siano al minimo e che praticamente non ci siano più morti. Non importa niente. Moriremo tutti.