È un fiume in piena quando si parla di governo e di Giuseppe Conte. Raggiunto telefonicamente a margine del discorso tenuto alla Camera, Vittorio Sgarbi si è espresso con durezza su alcune questioni che stanno riempiendo le prime pagine dei giornali. A partire dalla recente proposta di Letizia Moratti neo-assessore al Welfare della Lombardia, sui vaccini distribuiti in base al Pil delle regioni.
Il noto critico d’arte crede che le polemiche siano a fronte di una formulazione troppo estrema rispetto al concetto, tutto sommato giusto: “Credo che la dichiarazione potrebbe sembrare una prepotenza legata all’economia di una regione, ma invece è il tentativo di dire che la Lombardia ha un’urgenza di riprendere la propria forza produttiva – ha detto –. Qualcuno potrebbe interpretarla dicendo e il Molise? e la Calabria? In realtà potrebbe riferirsi, per esempio, agli operai o a chi fa funzionare le fabbriche che devono avere le garanzie di sanificazione corrette per andare avanti”. Se da un lato, almeno concettualmente, l’idea della Moratti è stata in parte accolta da Sgarbi, non si può dire lo stesso per quanto riguarda l’operato del premier Conte.
Il tono, non appena viene pronunciato quel nome, cambia e come di consueto il discorso è un climax ascendente di emozioni ed espressioni più o meno colorite: “Occorrerebbe una riforma delle norme che non consentisse un governo tecnico per più di un anno – inizia con apparente calma olimpica, salvo poi infervorarsi –. Deve governare, un politico eletto, non l’amico di… è come se al sindaco di Bassano Romano un giorno gli girano i coglioni e chiama un suo amico, così hanno fatto Di Maio e Salvini – aggiunge prima di ingranare la quinta –, non è giudicabile, non so chi cazzo sia questo Conte, chi cazzo è? Improvvisamente Di Maio si tira indietro e arriva lui, che è come scambiare un cardiologo per un ortopedico”.
Perché non associare poi lo stesso presidente del consiglio ad un’opera d’arte? Glielo abbiamo chiesto e la risposta tanto secca quanto decisa è andata verso i quadri del pittore olandese Hyeronimus Bosch (1453-1516) che era solito raffigurare, con ironia, i conflitti dell’uomo inventando con una fantasia audace le realtà più dimesse. Il bello però, arriva sul tema dei vaccini. Con un paragone un po’ particolare, Vittorio Sgarbi è favorevole per quanto riguarda la somministrazione provando anche una certa simpatia per i negazionisti: “Vaccino? Sì…o no, ognuno fa il cazzo che vuole è come se uno decide di prenderlo in culo, per me puoi fare come ti pare. I Negazionisti mi piacciono a patto che non mi rompano i coglioni, mi hanno chiesto di fare un video dove dicevo di no, che cazzo volete? Fatevi i cazzi vostri”.
Vittorio Sgarbi alla fine ci saluta a modo suo, con originali premure “Mi raccomando, non prenderlo in culo, o meglio, se lo vuoi prendere fallo pure, un po’ come il vaccino, sennò non lo fare”.