Polizia in assetto antisommossa, centinaia di persone che hanno sfondato le recinzioni e sono entrate allo stadio senza biglietto, tifosi che si picchiavano, altri a cui sono stati infilati fumogeni accessi nelle terga dopo essere stati messi a testa in giù, disordini in varie parti della città: che cos’è successo a Londra in occasione di Inghilterra-Italia? Sono tornati gli Hooligans? Lo abbiamo chiesto a Luca Castellini, storico tifoso dell’Hellas Verona e conoscitore dell’ambiente degli ultras (oltre che dirigente nazionale di Forza Nuova).
Castellini, cos’è accaduto prima, durante e dopo la finale di Euro2020?
“Era una partita particolare. Sicuramente tra i tifosi c’erano anche dei gruppi che si ritengono ancora appartenenti agli ultras delle varie squadre inglesi, ma i disordini esterni mi sono sembrate cose en passant, non organizzate. In quelle circostante è ovvio trovare qualcuno che magari esagera, ma non ho visto evidenza di organizzazione di tipo ultras. Sono state tutte circostanze fortuite”.
Anche perché ci dovrebbe essere il pugno di ferro in Inghilterra contro questo tipo di episodi. O no?
“Sì, appunto per quello non credo che certe frange vogliano mettersi in difficoltà in un’occasione del genere. Anche per questo secondo me è stato fortuito, con gente saltata fuori perché era una finale, una partita particolare, e allora si è buttata dentro, così come analogamente ha fatto chi ha fatto casino in Italia. È gente che era lì, magari ha bevuto un po’ troppo e allora sono successe delle cose, ma non c’era niente di organizzato. C’era solo ubriachezza. Se ci fossero stati dei gruppi organizzati le cose sarebbero andate diversamente”.
Forze dell’ordine e organizzatori hanno sottovalutato la cosa?
“Non credo che abbiano sottovalutato. Fa parte del gioco. Quando c’è una finale dove l’Inghilterra ha l’opportunità di vincere un trofeo dopo 55 anni si mette in conto che ci siano tante migliaia di persone che possono dare origine a situazioni accidentali”.
Come si spiegano gli ingressi senza biglietto?
“Su questo non saprei. Ma proprio perché in Inghilterra sono molto rigidi e poi li vanno a prendere uno a uno è chiaro che ad agire è stata gente che non sa come funzionano le cose. Un ultras non rischierebbe mai per entrare a vedere una partita senza biglietto. O ha il biglietto o non ce l’ha”.
Com’è la situazione a livello del tifo organizzato inglese?
“Il movimento ultras è nato in Inghilterra, quindi storicamente gli zoccoli duri più o meno ci saranno sempre, a seconda delle squadre. Chiaramente, essendo sempre più difficile la vita per questi gruppi sia dentro sia fuori dagli stadi, non se ne troverà riscontro evidente”.
Questo in Inghilterra. In Italia invece?
“Da noi ci arriveremo un po’ più tardi, ma ci siamo già quasi arrivati. Adesso poi c’è il discorso del Covid e del green pass. Tutti sistemi e restrizioni che fanno perdere e scadere il concetto di aggregazione e appartenenza e fanno allontanare le persone. Con questa pandemia vorrebbero dare un taglio a tutte le situazioni border line. Il controllo sociale si sta continuamente innalzando, tra divieti, telecamere, droni e coprifuoco. Una «nuova normalità» che va verso la limitazione definitiva delle libertà. Avremo le telecamere anche nel cesso, questa è la verità. Anche a prescindere dalla pandemia, è chiaro che la tecnologia fa il suo corso: solo che mentre fuori ci sono bande che si pigliano a mazzate senza che nessuno vada a prenderne neanche uno, allo stadio se fai cadere una birra vieni sanzionato e ti impediscono di entrare. Contro i tifosi – conclude Castellini – c’è un accanimento”.