Dopo le prime dichiarazioni uscito dal carcere Algero Corretini, noto al pubblico come "Ho preso il muro fratellì", era tornato alla carica con una diretta su Instagram dove, oltre ad annunciare la sua scarcerazione ha raccontato in pochi minuti quello che ha subito nella casa circondariale di Rieti. Tra violenze fisiche e psicologiche e disagi in generale 1727wrldstar ha confessato di aver imparato la lezione e, come ci ha riferito anche a noi, "È stata un'esperienza che non augura a nessuno, neppure da lontano". Abbiamo parlato così con il suo legale Marco Del Giudice che ci ha raccontato di aver visto un Algero cambiato e che la pena gli è servita per riflettere sugli errori commessi. Ci sono però alcune questioni di risolvere. Dal servizio andato in onda su Le Iene fino agli episodi spiacevoli subiti all'interno della struttura fino alle prossime fasi del processo, che non è ancora terminato. Ecco cosa ci ha detto.
Dopo dieci mesi Algero è uscito di galera, come lo ha visto?
Ho avuto la sensazione di avere di fronte una persona cambiata in meglio da questa esperienza. Si è reso conto degli errori che ha fatto, lo vedo più riflessivo, ha capito quali sono i veri valori della vita. La contentezza che ho visto quando è uscito dal carcere è stata bella.
Lui ci ha detto che adesso ha gli incubi…
Ti posso confermare tutto questo. Lo ha detto anche a me che non dorme perché ha il terrore che possano tornare e perquisirlo. Al di là delle responsabilità e colpe lui psicologicamente ha subito molto questo accaduto. Ha avuto degli episodi spiacevoli in carcere, devo dire la verità, la maggior parte non dovuti al personale carcerario, ma con gli altri detenuti. Problemi non banali.
E adesso per quanto riguarda il processo cosa ci sarà?
Si è conclusa l’istruttoria dibattimentale, tutti i testimoni sia dell’accusa che della difesa sono stati ascoltati. È avvenuta nell’udienza di venerdì scorso, al termine della quale abbiamo chiesto la revoca della custodia cautelare. È stato così scarcerato in maniera totale senza domiciliari o obbligo di firma. Algero deve stare soltanto ad almeno un chilometro di distanza dalla Simona Vergaro, ma non penso che questa cosa gli crei problemi.
È stata dura fargli dimenticare la ex fidanzata?
Sì. Durante tutta questa durata della pena che ha passato delle fasi, lui per molto tempo era sempre molto coinvolto emotivamente. Da qualche mese ha avuto la freddezza di mettere a fuoco la situazione e fare delle riflessioni su quella persona. Sono sicuro al 100% che non avrà mai più contatti con la Vergaro. Finalmente ha capito.
Algero adesso ha un libretto rosso, di cosa si tratta? Che significa detenuto pericoloso?
Fa parte di quelle misure di prevenzione di cui ti ho parlato. Ci sono tutte le prescrizioni che deve rispettare, in sostanza con quello non può uscire dall’Italia o da Roma. Poi non può uscire la mattina prima delle 6.30 e non può rincasare dopo le 21.30. Sicuramente andranno a fare dei controlli a quegli orari, certamente succederà. Ecco da dove nasce la sua ansia pur non avendo nulla da temere.
Ci ha anche detto che vuole chiarire alcune cose con le televisioni, cosa intende?
Sicuramente un capitolo riguarderà Le Iene. Mi sono un po’ ricreduto perché spesso le cose vengono forzate. Per esempio, essendo il difensore anche dei familiari, quando uscì il loro servizio sulla Vergaro intervistarono il padre di Algero che convinto di essere a telecamere spente disse delle cose che non aveva detto durante le riprese. Lui fece delle dichiarazioni diciamo non politicamente corrette.
E poi?
A quel punto facemmo tre diffide al programma, ma nonostante questo mandarono lo stesso il servizio non completo. Anche la stessa Vergaro aveva inviato una diffida dicendo che quello che aveva mandato in onda non corrispondeva alla realtà. Poi ha cambiato idea, cosa che ha fatto spessissimo in questo processo e così Le Iene sono andate avanti spacciandola come verità assoluta nonostante ci fosse un processo di mezzo. Potevano evitare ecco.
Algero in una diretta social non condivideva il fatto di essere stato messo con i detenuti pericolosi…
Su questo non sono d’accordo con Algero anche se lo capisco. In realtà per le contestazioni a suo carico a livello legale ci sta tutto. Quando c’è un reato che rientra nel cosiddetto codice rosso (stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza sulle donne) è stata creata una procedura particolare a tutela delle parti offese.
C’è da dire che là dentro ne ha passate di cotte e di crude, le pene dovrebbero rieducare il soggetto…
Su questo sfondi una porta aperta e non lo dico rispetto al caso di Algero. È una situazione insostenibili, la priorità di una riforma della giustizia dovrebbe prevedere una riformazione quasi completa innanzitutto delle strutture carcerarie, anche se quello di Rieti per quel che ho visto era buono. In generale dovrebbero essere a misura d’uomo e a livello organizzativo c’è una carenza di personale mostruosa e lacune nell’ordinamento penitenziario. Risistemare le carceri deve essere una cosa prioritaria.