Questi alcuni dei commenti all’intervista di Martina e Ylenia, pubblicata in esclusiva su Mow.
A dimostrazione che al peggio non c'è mai fine.
Ieri sulle pagine di Mow, Ylenia e Martina, due delle accusatrici di Alberto Genovese si sono riappropriate della loro immagine e della loro voce.
In una lunga intervista in esclusiva, sono andate oltre la vicenda di cronaca, ci hanno raccontato la loro vita, il loro passato, le loro passioni, hanno condiviso con noi i loro pensieri e le loro paure.
La notizia è stata ripresa da tutte le maggiori testate e abbiamo ricevuto numerosi commenti sulle nostre pagine social, molti dei quali abbastanza agghiaccianti.
A dimostrazione che se Genovese fa schifo certa gente non è da meno.
Anzi proprio gli accusatori con il loro moralismo non fanno altro che piantare un chiodo in più nella croce.
Di seguito una carrellata dei commenti più vomitevoli sulla questione.
“Andate a lavorare”, “Vi piacciono i soldi facili”, “drogate”, “mi fate rabbia e pena” e poi l’immancabile “Se invece studiavano e lavoravano non succedeva nulla” e certo, peccato che ad una delle ragazze la cocaina l’abbia data proprio un professore dell’università.
Per non parlare del fatto che, citando un passaggio dell’intervista, a queste feste andavano persone normali non certo tossicomani in cerca di soldi facili.
Lo shitstorm è continuato la sera durate Non è l’Arena dove le due ragazze sono andate a raccontare la loro storia di persona.
Mentre Ylenia e Martina, trattenevano a fatica le lacrime incalzate dalle continue domande di Giletti ecco alcuni dei commenti su twitter:
Ma si sa, è più facile sfogare la propria rabbia repressa e le proprie paure sul web contro ragazzine inermi che affrontare la propria misera e insignificante vita.
Come struzzi con la testa sotto la sabbia continuano a tapparsi le orecchie per paura di poter sentire qualcosa che li possa scuotere dalle loro rassicurante verità: le cose brutte capitano solo alle brutte persone.
Dall’alto della loro presunta superiorità morale si ergono a giudici e boia di Ylenia e Martina colpevoli di aver rifiutato di impersonare la parte della vittima silenziosa, quella che rimane nell’ombra e nella vergogna.
Addirittura hanno osato dire di essere ragazze normali, sì perché Ylenia e Martina, non sono escort, non si prostituiscono e non cercano soldi facili, non hanno situazioni familiari difficili o genitori assenti.
Avrebbero potuto continuare a vivere la loro vita, ad andare all’università a lavorare, avrebbero potuto tenersi per sé l’incubo che hanno vissuto, Potevano lasciar crogiolare i genitori nella loro falsa tranquillità del “a mia figlia non può capitare perché io la tengo sotto controllo, la chiamo più volte al giorno” e invece hanno deciso di farsi avanti e condividere con tutti la loro esperienza per far sì che quello che è accaduto a loro possa non accadere più a nessuno.
Abbiamo fatto questa intervista perché crediamo a Ylenia e Martina e crediamo che l’unico modo per sconfiggere questa mentalità tossica e malata sia di parlarne, parlarne il più possibile, fino allo sfinimento fino a penetrare anche il più chiuso e retrogrado dei cervelli.
Lo facciamo e continueremo a farlo.
P.s
I commenti li riportiamo integrali, senza censura di nome e foto, dal momento che i social network sono luoghi pubblici.
Ylenia e Martina ci hanno messo la faccia, adesso mettetecela anche voi.