Pierluigi Battista, editorialista prima del Corriere della Sera e ora dell’Huffington Post, segue e commenta con grande disappunto ciò che è accaduto e sta accadendo in Afghanistan (con il ritorno dell’oscurantismo talebano) e, per estensione, su tutto lo scacchiere geopolitico (e culturale) internazionale.
“È finito l’Occidente – dice Battista sentito dalla Verità – inteso come alleanza internazionale nata dalla seconda guerra mondiale […], come rete di protezione dal totalitarismo comunista. […] Il discorso di Joe Biden seppellisce completamente questa storia. […] Il ragionamento era: solo imponendo con le armi istituzioni democratiche, o comunque più libere, si sottrae un territorio ai terroristi islamici. Biden, invece, ha separato completamente il tema della lotta al terrorismo da quello del nation building”. Per il giornalista “non è solo un problema di Biden. Questa è la rivincita dell’isolazionismo, che fa parte del Dna americano. […] Ci dobbiamo abituare a un’America che non è più disposta a sobbarcarsi i costi dell’egemonia. La Cina, ad esempio, ragiona diversamente. […] I cinesi cercheranno di comprarsi i talebani. L’Occidente democratico, dinanzi a questo, è totalmente privo di strumenti. […] Di che parla l’Europa? Di profughi, mica di geopolitica”.
Per Battista non è solo una questione di mancanza di democrazia, ma di mancanza di democrazia in un quadro di legge islamica: “Pure il Venezuela o il Nicaragua sono non democrazie”, ma “le non democrazie islamiche, dove la legge si mutua sulla sharia, sono la negazione di ogni diritto umano. Il punto vero è questo. […] L’impiccagione, la lapidazione, il taglio delle mani, la negazione di ogni più elementare diritto della donna sono il buio totalitario completo. Non stiamo uscendo dall’Afghanistan. Stiamo consegnando un’intera popolazione a dei banditi. Il tracollo sta qui: per l’Occidente i diritti umani non valgono più. […] Qui non c’è in ballo la Realpolitik. Questo è un grosso «chissenefrega». Chissenefrega se le donne vengono lapidate, massacrate, umiliate, mortificate”. […] È la differenza che passa tra una dittatura qualsiasi e il regime di Hitler. Noi ce ne fottiamo che ci sia Hitler”.
Il rischio è che nessuno si fidi più dell’Occidente: “Ve li ricordate i curdi, che ci hanno salvato il culo dall’Isis e sono stati abbandonati da Trump? E l’Arabia Saudita? Fanno a pezzi Jamal Kashoggi e Matteo Renzi va a dire che quello è il nuovo rinascimento. Andremo a giocare i Mondiali in Qatar: che penseranno i dissidenti del regime e le donne? A questo punto, sono sicuro che gli Usa si accorderanno pure con l’Iran. […] Che gli frega se questi si fanno l’atomica. Meno male che c’è Israele, che bombarda, ma non si fida più degli Usa. E secondo me si stanno facendo due domande anche in Ucraina e in Bielorussia”.
Per Battista, così come la Nato “non esiste più”, “anche l’Europa è uno zero”. […] Non conta nulla nel quadro internazionale. Al centro ci sono Usa, Russia e Cina. È a questo mondo che si devono abituare i nostri figli. Al secolo cinese. Il mondo nato a Pearl Harbor è finito all’aeroporto di Kabul”. E cosa ci riserverà il secolo cinese? “Cupezza. Appannamento dei valori democratici. Subordinazione. Conte, grillini…”
E le femministe? “Sono delle ipocrite. Ma vorrei fare una proposta. […] Freghiamocene di quello che dicono o non dicono. Chi sono? Chi rappresentano? Come possono aiutare le Saman, o le donne iraniane e saudite? La domanda non è perché le femministe non parlino, ma perché noi dovremmo porci il problema di quello che dicono. Lasciamole – conclude Battista – alla loro totale inutilità culturale”.