Il ritorno alla zona gialla ci ha di fatto permesso di tornare a condurre uno stile di vita semi-normale. Ristoranti aperti a pranzo solo se hanno spazi all’aperto, studenti che tornano a scuola e gli spostamenti tra Regioni nuovamente consentiti. Ovviamente restano il coprifuoco e l’obbligo di indossare le mascherine, ma comunque sono stati fatti importanti passi in avanti per un ritorno alla quotidianità. È già qualcosa ecco. Il premier Mario Draghi ha parlato di “rischio ragionato” e di “decisioni basate su evidenze scientifiche”, ma siamo sicuri che riaprire sia cosa buona e giusta?
Sembrerebbe infatti che il Comitato Scientifico abbia messo in guardia il Governo su una possibile e probabile quarta ondata in caso di via libera. Lanciato dal Fatto Quotidiano, il report sarebbe stato presentato dall’epidemiologo Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler che dal febbraio 2020 studia i numeri dell’epidemia per l’Istituto superiore di sanità.
Gli scenari di Stefano Merler, sostengono che l’apertura di aprile sia abbastanza precoce in quanto perdurerebbe l’alto rischio di far salire l’indice Rt a 1.25, cosa che determinerebbe un’inevitabile quarta ondata che “richiederebbe misure importanti per evitare un altissimo numero di morti in breve tempo”.
Insomma, le riapertura precoci potrebbero ben presto essere come fare l’amore e poi venire subito. Un’assoluta perdita di tempo e... di autostima. Perché a sollevare più di un interrogativo sono gli scienziati che potrebbero arrivare a misure drastiche per capire quali evidenze scientifiche sia stato fatto il ragionamento: “Bisognerà chiedere se hanno fatto dei calcoli e quali, quali rischi sono stati evidenziati e su quale base – ha detto Andrea Crisanti, professore di Microbiologia a Padova – Ne ho parlato con il direttore dell’Infettivologia del Sacco Massimo Galli, con il fisico Roberto Battiston e Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe. Anche loro sono d’accordo sull’accesso agli atti della Presidenza del Consiglio, del ministero della Salute e del Cts”.