È opportuno che enti e amministrazioni rendano noto pubblicamente di quante auto di servizio dispongono e di quale tipologia, inserendo dati e numeri sui propri siti istituzionali come atto di "Amministrazione trasparente": così l'Anac è intervenuta con una delibera, a seguito di segnalazioni, richiamando le amministrazioni pubbliche ad un corretto utilizzo delle auto blu. Per prevenire fenomeni di corruzione e usi impropri, l'Autorità raccomanda inoltre di prevedere, nei Piani Anticorruzione, misure per il corretto utilizzo e un attento monitoraggio.
"La pubblicazione di tali dati - afferma l'Anac - contribuisce ad assicurare la conoscenza del modo in cui le risorse pubbliche vengono utilizzate, in linea con il concetto di trasparenza intesa come 'accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche". La pubblicazione, suggerisce l'Anac, deve essere attuata "nei limiti degli interessi pubblici e privati" e "previa anonimizzazione dei dati personali" per tutelare il diritto alla riservatezza di coloro che possono fruire delle auto di servizio. L'Authority sottolinea che la condotta di uso improprio dell'auto di servizio "oltre ad essere presidiata da norme penali (ad esempio quelle sul peculato d'uso, ai sensi dell'art. 314, co. 2 c.p), è anche manifestazione di cattiva gestione e di uso inappropriato di risorse pubbliche". La legge prevede che l'uso esclusivo delle auto blu sia concesso alle sole autorità politiche e ad alcune categorie di funzionari pubblici individuati con riferimento alla salvaguardia delle esigenze funzionali di servizio e di sicurezza personale. "L'uso delle auto di servizio - ricorda l'Anac - è concesso per le sole esigenze di servizio del titolare, ivi compresi gli spostamenti verso e dal luogo di lavoro. Sono escluse da tale regime le autovetture protette assegnate alla magistratura ai fini di sicurezza, o ad altri soggetti incaricati di funzioni giudiziarie, esposti a pericolo".
A stretto giro il dipartimento della Funzione pubblica ha replicato con una nota comunicando che i dati relativi al parco auto delle pubbliche amministrazioni al 31 dicembre 2020 "confermano, peraltro, l’efficacia delle misure messe in atto, se oggi - come evidenziato dai dati dell’ultimo censimento di agosto riportati dall’Anac - ne contiamo meno di 27mila rispetto alle 600mila del 2010". Inoltre, "confrontando i dati del 2018, le auto blu risultano ridotte del 21% e l’aumento del 3,7%, registrato rispetto al 2019, riguarda soprattutto il settore della sanità, più esposto alle conseguenze della pandemia". "Lo stesso numero delle auto a uso esclusivo, 734 in totale, conferma il trend virtuoso, - segnala la Funzione Pubblica - ove si consideri che nelle amministrazioni dello Stato le auto a uso esclusivo, riservate alle autorità politiche, sono solo 20". Il titolare del Dipartimento, il ministro Renato Brunetta, fa sapere che "condivide la preoccupazione dell’Anac e sin da subito, sbloccando la rilevazione, (che si era arenata nel periodo dell'emergenza sanitaria) rimarca con forza l’esigenza di non abbassare la guardia. Anche attraverso il coinvolgimento degli organi di controllo interno delle singole amministrazioni, sarà garantita una serrata verifica del rispetto dei vincoli stabiliti dalla normativa di settore, nell’osservanza degli obblighi di trasparenza”.