Tinto Brass, il re della cinematografia erotica, ha compiuto 90 anni. 90 tondi e perfetti come i culi che lui ama tanto e a cui ha dedicato anche un pamphlet filosofico intitolato non a caso: ”Elogio del culo”, un libricino di poche pagine in vendita a pochi euro con una meravigliosa gallery di chiappe.
Ma che cos’è il culo per Tinto Brass? "Un sontuoso mappamondo a cuore rovesciato di due emisferi gemellari, solcato nel mezzo da una fessura verticale che avvalla profonda verso il burrone anale formando con la piega orizzontale delle cosce croce di simmetriche labbra di orifizio, invito e promessa di paradisiache delizie". Pura verità e poesia.
In fondo il culo è sempre stato il protagonista indiscusso dell’immaginario erotico di buona parte degli esseri umani, perché a differenza delle tette è democratico: piace a tutti. E Tinto Brass ne è sicuramente un grande esperto, a 12 anni palpava il didietro della cameriera, a 17 passava dal buio del cinema “all’antro scuro della puttana”, era un assiduo frequentatore di tutti i casini di Venezia. Tutta la sua filmografia erotica è incentrata sul culo, ve le ricordate le locandine di Così fan tutte, Trasgredire e Monella? Culi, sempre culi. L’amore per i culi è un amore assoluto, totale, come quello per la prima moglie e ovviamente per il suo di culo: "Per 50 anni mi sono addormentato felice, con le mani nelle sue chiappe. Sogni d’oro e potenti erezioni. Mai avuto bisogno di Viagra con lei. Un culo da vertigine, la verità è che molti dei miei personaggi femminili li ho modellati proprio pensando a mia moglie, donna assolutamente libera e scopatrice intrepida”.
Il confine tra passione e amore è quindi labile, inesistente come quello tra porno ed erotismo, e il culo non è soltanto una parte anatomica erotica ma “lo specchio dell’anima”, perché “è più onesto della faccia: non inganna, non è maschera ipocrita”.
Non solo culo nelle pagine del suo libro, ma anche un approfondimento sulla morale, tutto ben spiegato dalle sue parole: “prima di parlare di culo è indispensabile liberare la mente da pregiudizi moralistici, fare tabula rasa delle inamovibili gerarchie dei valori consacrati, sgomberare il campo da remore più psicanalitiche che analitiche". Del tipo? Credere ad esempio che la pornografia sia una "diminutio" rispetto all'erotismo.