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L'insostenibile leggerezza del Tricity 300 di Yamaha

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

9 aprile 2021

L'insostenibile leggerezza del Tricity 300 di Yamaha
Non è una moto né un'auto, gioca in un campionato suo. Si guida con la patente B e va in autostrada. È un modo per essere liberi: parcheggi e traffico non sono un suo problema, ma nemmeno cadute e pioggia. Questo è il Tricity 300 di Yamaha. È il mezzo della città, che vi piaccia o meno. Ed è per questo che lo abbiamo portato a Milano, in questi giorni di prima primavera, fotografandolo accanto a chi potrebbe sceglierlo. Un target che non deve dimostrare quanto è pilota, quanto va forte, che può dimenticare le vibrazioni sull'asfalto di buche e pavé. Parole chiave? Stabilità, sicurezza, leggerezza nella gestione (conseguenza dello standing assist) e cultura street. Che se ne frega delle mode e non ha paura di anticparle 

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

È il mezzo della città, che vi piaccia o meno. Ed è per questo che lo abbiamo portato a Milano, in questi giorni di prima primavera, fotografandolo accanto a chi potrebbe sceglierlo. Se pensavate al Tricity 300 come a un mezzo per chi, dopo aver utilizzato scooter e moto, vuole qualcosa di estremamente affidabile be' vi sbagliate. Be', vivete in un'altra epoca. Adesso i ragazzini preferiscono gli smartphone ai cinquantini (triste realtà, ma è così), e i più giovani, uomini e donne che siano, vogliono qualcosa di veloce nel traffico, di facile da guidare, di comodo, che sappia abbinare i vantaggi dell’automobile a quelli dello scooter. Le parole chiave le abbiamo già dette: facilità, comodità, sicurezza. Ecco perché il Tricity sta diventando cool anche per un target street. Non a caso, il fotografo di questo servizio è Glauco Canalis, fotografo di scena dei video di Liberato e dei film di Francesco Lettieri, due capisaldi della generazione X di questi anni.

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Navigli

Lo stile: vola come Niken, pungi come T-Max

Una ruota in più o una in meno, cambia eccome. Perché tre è il numero perfetto, il numero dell’equilibrio. Il monocilindrico da 292cc equipaggiato sul nuovo Tricity ( ereditato dall'X-Max 300) mescola una guida spedita nel traffico alla possibilità di viaggiare in autostrada, il tutto con la sola patente B (altro motivo di grande appeal). Tricity, oltretutto, è una scelta coraggiosa, perché i puristi diranno che non è una moto e hanno pure ragione. Ma, come già detto, qui non stiamo parlando di puristi. Il tre ruote di Yamaha non è per chi deve dimostrare quanto è pilota, quanto va forte, gioca in un altro campionato: grazie alle tre ruote sarebbe più facile cadere dalla sedia dell’ufficio e il motore, sempre scattante, è un bel punto a favore rispetto a un auto, con cui il tre ruote di Iwata vince a mani basse anche nella ricerca del parcheggio.

 

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viale Monza
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Gae Aulenti

Sotto il vestito: il motore e la tecnica

Tricity 300 si presenta aggressivo e ben curato. Il frontale, caratterizzato da un ampio gruppo ottico a Led, è dominato dalle due ruote anteriori connesse dal sistema Leaning Multi Wheel ereditato da Niken. Solo che qui le forcelle (si, perché sono due) sono poste internamente per contenere gli spazi. Dove lo stelo anteriore regola l’inclinazione, quello posteriore gestisce lo smorzamento. Il parabrezza è ampio e dalla curvatura aerodinamica, mentre il codino con fanale sdoppiato ricorda le linee del T-Max 530. Una volta in sella ci troviamo davanti all’ampia strumentazione completamente digitale (sempre ben leggibile), a una presa USB (per la ricarica del telefono mentre ti sposti) e all’impugnatura salda del manubrio. Il vano sottosella è sufficientemente ampio da contenere due caschi integrali, mentre le pedane del passeggero possono essere ripiegate per aderire alla carena. Capite, la perfezione per il target di cui abbiamo appena parlato?

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Il mitico Bar Basso, zona Piola
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viale Romagna

Senza mettere i piedi per terra

A un’occhiata più attenta spicca un’ottima cura per i dettagli, a cominciare dalla verniciatura e continuando con i materiali impiegati: niente cavi a vista o plastiche poco solide al tatto. Il motore è monocilindrico (con omologazione Euro 5): 292cc di cubatura, 28 CV e 29 Nm di coppia. I tecnici nipponici però ci hanno messo le mani per renderlo più adatto alla guida di un tre ruote, rivedendo l’erogazione per cucirla su misura al Tricity. Il peso, d’altronde, è superiore: 222 Kg a secco non sono pochi, anche se il perfetto bilanciamento tra asse anteriore e posteriore rende tutto più facile. Anche perché il Tricity non dev’essere tenuto in equilibrio. Le ruote, tutte da 14 pollici, premiano la stabilità sul veloce, mentre la frenata (con dischi da 267 mm) è combinata dall’Unified Braking System e tenuta sotto controllo dall’ABS. Non manca poi il controllo di trazione (TCS) per massimizzare la sicurezza anche su fondi a bassa aderenza. A tenerlo in equilibrio ci pensa lo Standing Assist, che permette di fermarsi a stop e semafori senza appoggiare il piede a terra. Riparte rapido il Tricity, con uno scatto di tutto rispetto anche considerati i pesi in gioco. Merito della taratura del propulsore, ma anche di un comando del gas sempre pronto. Le vibrazioni, anche ad alti regimi, sono praticamente assenti, mentre le sospensioni si adattano bene alle asperità dell'asfalto filtrando buche e pavé. Peso e stabilità, insomma (che garantiscono una sensazione di sicurezza), leggerezza nella gestione (conseguenza dello standing assist) e luogo di elezione la città. 
 

 

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zona Stazione Centrale

In conclusione

L’esperienza di guida, a ogni modo, è tutta condensata all'anteriore: passati i primi metri necessari a prendere confidenza con il mezzo, il Tricity 300 diventa gustoso e intuitivo, anche più divertente di quanto potessimo aspettarci. Bisogna anticipare leggermente la frenata (prontissima) e la discesa in piega, che però è sempre sicura e veloce. L’appoggio delle tre ruote rende la guida facile, divertente, anche rapida. Sulle prime viene richiesto un minimo di apprendistato con le dimensioni, più generose rispetto a quelle di uno scooter tradizionale, ma per chi viene dalle quattro ruote è un mondo diverso: più libero, aperto e vitale. Il controllo di trazione sulla ruota posteriore mantiene il livello di sicurezza sempre elevatissimo, contenendo al meglio lo slittamento delle ruote su fondi a bassa aderenza. Discorso simile per l’ABS (mai troppo invasivo) che garantisce spazi di frenata ridotti anche in fasi di emergenza. Perché il Tricity 300 è perfetto anche per chi vorrebbe un'auto ma non vuole rinunciare all'agilità (e nemmeno alla sicurezza). 

 

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stazione Garibaldi

Tra i vantaggi di questa versione 300 poi, c’è la possibilità di viaggiare anche in autostrada: il tre ruote di Iwata non fatica a guadagnare velocità e, anche con il passeggero, raggiunge senza problemi i 130 Km/h. Per chi viaggia spesso su lunghe percorrenze ad alte velocità però è consigliabile l'acquisto di un cupolino maggiorato, uno dei moltissimi accessori presenti sul catalogo Yamaha. Yamaha Tricity 300 è un punto d’incontro. Una volta presa la mano con la discesa in piega poi, il gioco si fa piacevole. Tre, infine, le colorazioni disponibili per il nuovo Tricity 300: Nimbus Grey, Tech Kamo e Gunmetal Grey.Il prezzo? 8.099€, ed è acquistabile a rate da 99€ al mese. Facilità anche nell'approccio all'acquisto. That's it.

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