MotoGP, Superbike? Andrea Iannone non lo sa. Sa solo che la squalifica di quattro anni sta per finire e che vuole tornare in sella. Dove e come è da capire, perché il manico c’è ancora, la velocità pure, ma un pilota corre per vincere. E lui, tra gli ospiti dell’Aprilia All Stars di sabato, lo ha detto chiaramente: “Se mai dovessi tornare, lo farò dove so di poter essere competitivo. Sono aperto alla discussione e verrà il momento. Scopriremo presto quale sarà il mio futuro. Per ora, ci vuole tempo -ha spiegato ai microfoni di GPOne - Non do niente per scontato, né il fatto che tornerò, né che lo farò in MotoGP o Superbike. Le carte sono ancora da scoprire”. Ok la TV, ok le avventure imprenditoriali e ok anche i social e la vita da influencer o giù di lì, ma il ragazzo di Vasto si sente ancora prima di tutto un pilota e crede di avere ancora qualcosa da dare al mondo delle corse. O, almeno, sente di volerci provare. Anche perché il cronometro gli riconosce ancora di saperci fare davvero.
E’ chiaro, però, che almeno per adesso non è ipotizzabile un ritorno in MotoGP e francamente non sembra possibile nemmeno il mondiale Superbike. Ci sarà prima da capire quale è il livello, ci sarà da ritrovare confidenza con la bagarre e, verosimilmente, il palcoscenico potrebbe essere l’America. Come Danilo Petrucci, ma con una Aprilia, con il marchio di Noale che sta puntando fortissimo sugli USA. Bisognerà, però, aspettare ancora un po’, come ha raccontato lo stesso Iannone che, nel frattempo, ha buttato un occhio tra i suoi ex colleghi della Classe Regina. Il dopo Valentino Rossi è fatto di piloti velocissimi e atleti preparati, ma forse sono i personaggi a mancare. “C’è stato un cambio generazionale, è vero che forse manca gente di particolare carisma, ma non si può dire che non sia una bella MotoGP, perché i piloti adesso sono davvero tutti velocissimi” – ha spiegato Iannone.
Occhi che guardano da fuori quando avrebbero potuto farlo da dentro, con Iannone che non nasconde la frustrazione e la rabbia per la storiaccia che lo ha visto protagonista. .Ma che, anche nella disavventura, ha saputo trovare un aspetto positivo: l’affetto delle persone. “Mi piace che le persone abbiano capito e riconosciuto la mia innocenza. Ho sofferto con tutto questo e continuo a soffrire in silenzio, perché so che le cose non possono cambiare. In me però ho sempre avuto una grande motivazione e consapevolezza per continuare a fare il pilota. E poi c’è Aprilia, che mi è stata sempre vicina e che non smetterò mai di ringraziare”.