Uno virgola due millimetri: tanto misura le due viti che tengono incollata la frattura rimediata da Marc Marquez a Portimao nell’incidente con Miguel Oliveira e Jorge Martin. Praticamente sono microscopiche e, quindi, fragilissime e sono la vera ragione per cui Marc Marquez salterà anche il GP di Spagna e potrà essere in forse persino per quello di Francia, tra due settimane. Dopo le parole ai giornalisti dell’otto volte campione del mondo – che non sono bastate a fermare indiscrezioni e sospetti – DAZN Spagna si è rivolta direttamente al chirurgo che ha operato il 93 e è stato lui a spiegare con assoluta chiarezza cosa sta succedendo.
Non c’entra la spalla, non c’entra la diplopia, non c’entrano i nervi tesi con Honda. Il problema è realmente la mano, come ha detto anche lo stesso Marquez nell’incontro di oggi con la stampa, perché la frattura rimediata a Portimao ha delle caratteristiche particolari. “Si chiama – ha detto il professor Roger de Ona – frattura di Bennett. È una frattura in cui il frammento è così piccolo che non ti permette, come si fa per il metacarpo o la falange, di mettere una placca, viti da una parte e dall'altra, e quindi di rendere tutto molto solido . Fosse stato così, Marquez avrebbe potuto correre dopo una manciata di giorni, ma con una Frattura di Bennet è diverso, proprio perché il frammento che si è staccato è minuscolo e siamo riusciti a inserire solo due viti in titanio che misurano appena 1,2 millimetri”.
Il professor Roger de Ona ha spiegato che la particolarità della frattura di Marquez ha da subito lasciato intravedere lunghi tempi di recupero, anche se la speranza di un mezzo miracolo c’è stata fino all’ultimo. “Marc, come suo solito, ha fatto ogni tipo di terapia adiuvante- ha aggiunto - ha fatto la magnetoterapia ed è stato anche messo in camera iperbarica. Abbiamo fatto un follow-up molto più attento prima di ogni Gran Premio per essere sicuri che stessimo davvero prendendo la decisione giusta, ma la verità è che non si può pretendere che quelle viti tengano da sole tutte le sollecitazioni di un fine settimana di gara. Serve che l’osso sia più saldo possibile per aiutare le viti a sostenere le vibrazioni di una moto e gli eventuali colpi e al momento l’osso non è abbastanza saldato”.
Il professore ha poi spiegato anche che l’ultima lastra effettuata da Marc Marquez è stata inviata anche a altri suoi colleghi, compreso il medico a cui fa riferimento il centro di fisioterapia della RedBull e che dal consulto generale si è arrivati a una decisione unanime: “Frattura di Bennet e solo quattro settimane per risalire su una MotoGP è impossibile – ha concluso il chirurgo che ha operato Marc Marquez – Sarebbe stato un rischio inaccettabile, perchè se questa frattura, che ora è perfetta, si fosse spostata, non saremo in grado di ottenere una riduzione come quella che abbiamo avuto e i tempi sarebbero stati molto, ma molto più lunghi. Ora la progressione di Marc è molto buona, ma non abbastanza per farlo correre. Qui la cosa importante è che il tempo è un fattore molto importante. Prima del prossimo Gran Premio ripeteremo l’esame radiologico TAC. Sono ottimista per il Gran Premio Francia, penso che ci siano maggiori possibilità di poter correre, ma dobbiamo essere sicuri che questa mano tenga non solo grazie a viti che da sole non possono sopportare le sollecitazioni di una gara"