Correva l’anno 2020 e a luglio, durante una breve tregua dalla fase più nera della pandemia, la MotoGP riapriva i battenti in una torrida Jerez De La Frontera. Le prime due gare di quella surreale stagione si disputarono entrambe sulla pista andalusa; Fabio Quartararo, in sella alla Yamaha Petronas, fece bottino pieno. Niente sembrava poter scalfire la leadership del francese, in particolare dopo l’infortunio di Marc Marquez e la sopravvenuta certezza che il Cabroncito sarebbe rimasto fuori dai giochi per il resto del mondiale. Al rientro dalla Spagna, tuttavia, una serie di prestazioni anonime e sbavature si configurarono per Fabio in una progressiva perdita di sicurezze, inversamente proporzionale all’aumento della pressione e del nervosismo. Da quel momento in poi il Diablo, in difficoltà anche nel confronto con Rossi e Morbidelli (allora compagni di marca), subì un vistoso calo nei risultati, con l’eccezione di un’illusoria vittoria al Montmelò. “Nel 2020 volevo a tutti i costi dimostrare il mio potenziale, ma lo psicologo mi ha detto che non dovevo insegnare niente, tutto quello che facevo era per me stesso e non per gli altri. Questo mi è rimasto impresso, insieme ad un esercizio che consiste nel ripetere alcune parole quando mi accorgo di essere un po' nervoso o sotto stress”. Al termine del campionato, chiuso all’ottava posizione in classifica, Fabio Quartararo ammise con molta trasparenza che l’origine delle sue difficoltà andasse individuata esclusivamente in un eccesso di ansia, per il quale aveva fatto affidamento ad un mental coach.
Ottava posizione che, per Fabio, rappresenta anche il risultato odierno a Silverstone. E non è tanto la coincidenza numerica a stupire, quanto il rischio che questa seconda parte del 2022 (finora dominato da Fabio nonostante le carenze della sua M1) finisca per rispecchiare la repentina e improvvisa flessione già vista due stagioni fa. Perché oggi Quartararo, dal long lap penalty in poi, è sembrato impotente e preda degli avversari. Persino del diretto rivale Aleix Espargaro, che in netta difficoltà fisica – con un giro in più a disposizione – avrebbe con tutta probabilità messo le sue ruote davanti a Fabio. Il pilota Aprilia, in una domenica giocata in difesa, ha perso solamente un punto dal Diablo, con Bagnaia e Bastianini che hanno ulteriormente ridotto il gap.
La gestione del fine settimana britannico è stata per Fabio piuttosto insolita. Il francese, infatti, è sempre uno di quei piloti che, in ottica gara, prova l’intero ventaglio di gomme a disposizione. A Silverstone, invece, ha costantemente insistito sulla mescola media al posteriore (senza mai testare la hard) ed è stato l’unico, tra i primi dieci classificati, a montarla sulla griglia di partenza. Quartararo, a posteriori, ha imputato la mancanza di velocità all’avventata scelta degli pneumatici. Se l’errore di Assen poteva essere imputato ad una fisiologica disattenzione, dopo un periodo prolungato in cui Fabio era stato impeccabile, il weekend di Silverstone suona come un campanello di allarme.