Qualche giorno fa, in un’intervista, Andrea Iannone raccontava di voler tornare alle corse: “MotoGP o Superbike”, ha specificato, per poi aggiungere che nell’ambiente ha ancora qualche contatto: “Aprilia, il mio ex manager Carlo Pernat e Paolo Campinoti”. Il quale, a sua volta, ha raccontato ai microfoni di Sky di come il pilota di Vasto gli sia rimasto nel cuore più di tutti gli altri in vent’anni di corse. Andrea con quella squadra ci ha esordito in MotoGP correndoci per due anni, dal 2013 al 2014, portando a casa risultati abbastanza convincenti (tre quinti posti) da garantirsi una sella nel team ufficiale. “Sapete tutti che ho un debole per Andrea Iannone, è così”, ha raccontato Campinoti a Sandro Donato Grosso nel sabato di Silverstone. “Gli voglio bene e mi dispiace per quello che sta passando - ha aggiunto - credo che si meriti un’altra opportunità di tornare”.
La domanda a questo punto è d’obbligo: nel 2024, quando Iannone avrà finito di scontare i quattro anni di squalifica (in scadenza il 17 dicembre 2023, ndr.) sarebbe possibile vederlo di nuovo in MotoGP, nella squadra in cui è iniziato tutto? Campinoti non nega, anzi: “Sarebbe una sfida bellissima, però ci sono tante cose da mettere insieme e purtroppo non sono solo io a decidere. Se fosse solo per me direi di sì, con noi in MotoGP nel 2024. Perché il talento di Andrea ce l’hanno in pochissimi: lui combatteva alla pari con Marc Marquez in Moto2, penso che sia un grandissimo talento”.
Campinoti ha ragione, Andrea vinceva contro i migliori correndo in un team privato contro altri pieni di sponsor e il motorsport ha ancora bisogno di lui. Lo scrivevamo un anno fa, lo ripetiamo oggi: qualcuno chiami Netflix, Amazon o simili e proponga loro una serie. Un Rocky (quasi) in diretta, per raccontare il rientro alle corse dopo quattro anni di attesa.