Perché la Ferrari in questo inizio di 2023 ha deluso le aspettative di tanti tifosi in tutto il mondo e sembra aver fatto un passo indietro rispetto a quanto visto in pista a inizio 2022? Che cosa è successo a Maranello e cosa ancora, al centro della rivoluzione, sta accadendo al GeS? Sono domande che da alcuni mesi tormentano gli appassionati della rossa ma anche gli addetti ai lavori, i giornalisti e gli stessi piloti.
A dare una personale risposta e interpretazione del problema ci pensa, in un articolo pubblicato su FormulaPassion, l'ex uomo Ferrari Alberto Antonini. Da sempre critico nei confronti della gestione Binotto l'ex ufficio stampa di Maranello ha raccontato di un clima di grande tensione respirato in fabbrica nell'ultimo periodo di lavoro dell'ormai ex team principal italiano. Un insieme di fattori che ha compromesso la nascita tranquilla della nuova monoposto: "Il periodo di ottobre-novembre, in un anno mai di vero riposo, è sicuramente uno dei più delicati per il progetto dell’anno successivo - scrive Antonini - che vede convergere su di sé la maggior parte delle risorse e delle teste pensanti. L’attuale monoposto diventa così l’icona della sua stessa tarda gestazione: irrequieta e imprevedibile in pista come lo erano il clima e i destini dei tecnici delegati a svilupparne il potenziale".
Una lettura cruda che si inserisce in un clima ancora più complesso, a Maranello, a causa della difficoltà - sempre secondo la descrizione di Antonini - dei vertici di portare in Italia tecnici di spessore provenienti dall'Inghilterra: "In Ferrari c’è, da sempre, un lieve complesso di inferiorità verso i tecnici inglesi. Ma i tecnici inglesi, oggi, non arrivano più con la stessa facilità di un tempo. In questi giorni, Chris Horner ha nominalmente blindato la posizione di Newey, che di fatto potrà restare in Red Bull finché ne ha voglia, occupandosi anche dei suoi progetti alternativi".
Proprio parlando del geniale Newey Antonini rivela come il tecnico più ambito di tutta la Formula 1 non abbia avuto problemi a dire di no alla Ferrari per svariate volte, preferendo restare in Inghilterra: "È stato detto e scritto tante volte che Adrian non ha mai voluto venire in Ferrari – nonostante si contino almeno 4 tentativi di portarcelo – perché è diffidente verso il nostro paese, che lo ha processato per la morte di Ayrton Senna. Ma sono balle: se Newey non è mai venuto a lavorare a Maranello, è perché è stato capace di immaginare il proprio futuro ferrarista allo stesso modo in cui sa prevedere il comportamento delle monoposto che disegna".