Manca ancora poco più di un’ora alla fine dei test di Barcellona, ma una certezza è già acquisita: Marc Marquez non si è fermato mai. E chi lo ha visto girare, oggi, ha riferito di aver ritrovato gli occhi del cannibale affamato che fino al maledetto 2020 aveva dominato in lungo e in largo in MotoGP. Lui stesso, dopo la fine del GP di Catalunya, ha mostrato, finalmente, il suo sorriso a piena faccia. Ed è un segnale più che positivo se si pensa che l’otto volte campione del mondo, soprattutto dopo i test che nelle scorse settimane si sono svolti a Jerez, aveva pensato di fermarsi per far riposare il suo fisico.
Viene da tre stop consecutivi, con i risultati che non arrivano, ma la caduta del Montmelò ha rappresentato, per lui, un avvenimento tutt’altro che negativo: “Oggi mi sono divertito davvero tanto – ha detto – quando sono caduto stavo spingendo e stavo spingendo perché ero Marc”. Come un uomo che ritrova il suo volto, come un ragazzo che finalmente si riconosce, come un pilota che sente la fame e cerca di assecondarla, anche prendendo qualche rischio di troppo. Parole che forse a qualche tifoso possono anche dare fastidio, ma che per chi ama il motociclismo, al di là dei parteggiamenti, sono musica vera, con marquez che poi ha proseguito: “Era il momento di prendere rischi e correre per il decimo posto non è da me. Ho pensato che se avessi fatto questi giri forte, sarei potuto stare con i primi. Nei giri precedenti ho perso il controllo della moto in più occasioni e poi sono caduto. Non sono contento del risultato, ma il modo in cui ho fatto quei sette giri mi sono piaciuto”.
Il fisico, quindi, ha risposto bene, anche se per pochissimi giri e la tenuta sembra essere, ora, ciò che preoccupa di più Marc Marquez. Tanto che il fenomeno di Cervera, oggi a Barcellona, non si è praticamente mai fermato durante i test, sfruttando ogni singolo minuto per girare con la sua RC213V. E’ chiaro, infatti, che sette giri in gara, anche se fatti con ottimi feedback, non possono bastare per prendere concretamente coscienza delle proprie condizioni fisiche e per avere una misura reale del livello che si è riusciti a raggiungere.
C’è, poi, un’altra motivazione. E oggettivamente sembra essere quella che attualmente appare meno risolvibile: la Honda non è una moto competitiva. Se ne sono accorti anche in Giappone, tanto da inviare all’interno del box HRC una sorta di supervisore che possa capire che cosa non quadra, sia sulla moto che sull’organizzazione. E non è escluso che a breve possa “cadere qualche testa” se i risultati non cominceranno ad arrivare. L’Honda pensiero in questo senso è noto: non fare neanche un podio in questa stagione sarebbe qualcosa di molto simile ad una catastrofe.
E Marc Marquez ne è consapevole, tanto che nei test di Barcellona, che si chiuderanno alle 18 di oggi, ha lavorato continuamente e senza fermarsi mai. “La moto deve migliorare – aveva detto domenica - ma è difficile trovare la strada giusta. Sappiamo che c’è un problema in accelerazione per lo scarso grip e in ingresso facciamo fatica a fermarci, sempre per il grip dietro. Sono due differenti problemi, in aree differenti, ma penso si possano sistemare allo stesso modo. Tutte queste limitazioni poi non aiutano sulla distanza di gara”. E adesso che Marc Marquez sente di essere tornato Marc Marquez, non è certo disposto ad accontentarsi di una moto che non sia alla sua altezza.