Da quando ha suggerito a Valentino di ritirarsi è andato in esilio. Marco Lucchinelli è scomparso, non ha più rilasciato una dichiarazione che sia una. Troppi attacchi, da colleghi, commentatori via social, opinionisti, piloti. Adesso però è tornato il momento di parlare. Perché lui è il simbolo del pilota dei vecchi tempi, cicca in bocca, capelli lunghi, linguaggio diretto. Ha la faccia da zingaro, disse di lui Barry Sheene, di uno che è entrato senza pagare il biglietto. Mai descrizione è stata più azzeccata. Ha vinto nell'81 il Mondiale, è andato ospite in una trasmissione presentata da Amanda Lear e con lei si è ritrovato in camera: "Volevo vedere se c'era o ci faceva". Sempre al limite, Lucchinelli. Sulle reazioni a ciò che ha dichiarato su Vale ci torneremo fra poco. Prima, al telefono, affrontiamo l'attualità.
Cosa ne pensi di quello che è successo a Quartararo?
«Dovevano esporre la bandiera con il numero e fermarlo; se non è stato fatto qualcuno ha sbagliato. Chi? I responsabili della sicurezza. A me, se mi si apre la tuta da pilota tiro e vado avanti, stava a loro farlo rientrare. Penalizzarlo dopo la gara è una grandissima cagata perché ormai ha rischiato, ha finito la gara e non devi punirlo».
Cosa ne pensi di chi vorrebbe il motociclismo estremamente sicuro, sempre più controllabile?
«È giusto che si pensi alla sicurezza, ma si sta esagerando. Il motociclismo è uno sport pericoloso, vogliamo capirlo o no? O cominciano a fare andare le moto più piano oppure c'è poco da lamentarsi. Tanto per cominciare in rettilineo camminano anche gli asini, ma a casa mia, quando correvo io, le gare le vinceva chi andava forte in curva. Ora si pensa ad andare a tremila all’ora in rettilineo e basta. Sulle gare in moto puoi lavorarci quanto vuoi e pensare e fare tutte le vie di fuga di questo mondo, ma ci sarà sempre l’imprevisto, come la moto che ti passa sopra».
Come è successo a Simoncelli e una settimana fa a Jason Dupasquier...
«Ma, ripeto, stanno esagerando: fare un minuto di silenzio prima della partenza della gara di MotoGP... ma vi rendete conto? Ma andatevene affanculo, non corri e chiuso il discorso. Un pilota, dopo una scena del genere, con che testa può correre? È una vergogna... E poi tutti a dire: se qualcuno lo avesse proposto avrei detto di non correre. Già, bravo, allora perché non l'hai detto tu? Sembrano tutti dei somari...».
Tu invece su Valentino Rossi sei stato molto chiaro.
«Non mi interessa perché so di aver detto una cosa giusta e i risultati mi stanno dando ragione. Non ho mica altro da dire sai, sono stato il primo a dirlo. Mi dispiace per lui perché sta finendo non nella maniera dovuta».
Anche Marc Marquez sta faticando. E più volte ha ripetuto, tirando una stoccata proprio a Valentino, che lui non continuerà per correre e fare decimo...
«Eh, giusto..».
Non è che alla fine si ritira prima Marquez di Valentino?
«Ma non ci pensare nemmeno, al Gp di Catalunya Marquez fino a quando non è caduto era a 50 metri dai primi. La differenza sta tutta lì, lui è caduto per stare con quelli che vincono, per provarci. Valentino è caduto in fondo per stare con Lacuona, Licona e ciuppa ciuppe e suo fratello. Una bella differenza. Marquez viene da un anno fatto a casa, la moto non l’ha sviluppata lui, ragazzi ma cosa volete, i miracoli? Li sta già facendo, sta rischiando, cade perché la sua testa è rimasta quella di prima, gli manca il superpotere. Non è ancora a posto di braccia e fa anche troppo. Chi lo critica e vorrebbe che smettesse vuol dire che non capisce un cazzo e non è uno sportivo».